Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/338

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ranno coloro che sanno il francese; e di due modi oscuri egli è meglio far intendere il nazionale che lo straniero, e accogliere la forma più bella. E pure, chi il crederebbe, costoro osan dire che la barbara forma, molto lungi che ecc. soprapposta sia più concisa e vigorosa che la nostra, Non che egli creda dover deporre la tromba epica, quì anzi egli invoca!

Un altro esempio è tolto dalla Proposta del Monti: Dunque, ben lungi che i peccatori si glorierebbero d’averli compagni (i cattivi del terzo canto dell’Inferno di Dante) sono anzi i peccatori medesimi che li rimuovono dal lor consorzio. Che uno il quale dichiara voler distruggere la purità della lingua a tutto suo potere, come già ne fece una vana prova, dico l’Autore del lordo Antipurismo, abbia nel suo stile sì fatte locuzioni, ciò si concede come l’acqua che corra allo in giù; ma che esse sian potute cadere dalla penna del Monti in una opera che tratta della grammatica, io non posso cessar la maraviglia! Quì, oltre al gallicismo ben lungi che, pecca anche in grammatica, dicendo glorierebbero in luogo di gloriassero; e quel sono.. che, sebbene italiano in alcun caso, come vedremo, in questo par proprio posto affin che nulla manchi al compimento della frase francese. Io direi: Dunque, non che i peccatori si gloriassero d’averli compagni, i peccatori medesimi li rimuovono dal loro consorzio.

ove, dove, e laddove o là dove

I. Io dirò che io sia di città fiorentissima d’arme, d’imperio, e di studii; dove egli non potrà la sua se non di studii commendare. B. Ella è più giovane ed è stata in dilicatezze allevata, ove l’altra in continue fatiche da pic-