Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/381

Da Wikisource.

354 cun costume. B. 6. Quella finestra alla quale allora era & prence guardava sopra certe case fatte cadere dairimpeto del mare. B. 7«Hai tu mai {ceduto in casa quella tavola xhe vi É DiPiifTO l’aquila che rapisce Ganimede? F. 8, £ nondimeno si corse a beni per torgli il dono fattogli A&* gusto. Dar. Quando l’ausiliario del participio è rappresentato dal verbo essere^ si accorda senza eccezione il participio col nome o pronome che governa il verbo, in genere e in numero. Generalmente Tespressione ogni cosa è presa per tuUo^ indeterminato, come se si dicesse tutto è fatto; quindi il participio fatto del 2. esempio porta la terminazione del mascolino. Anche la voce cosa si prende alcuna volta per nome indeterminato rispetto al genere, e quindi non richiede l’accordo del participio; come in questo esempio del Boccaccio: Nè perciò cosa del mondo me rC è intervenuto. Negli esempj 3. e 4* i participi sospinta e venuta s^accordano eoo Tagente femminino del verbo, perchè vi si sottintende essendo. Dagli esemp) quinto e sesto appare che non solameate Tausiliario del participio passato si può sottintendere, ma anche quello ((eU* imperfetto composto dell* indicativo, U forma intera di quelle espressioni essendo, due fanciuììi che gli erano stati dati; case che erano state fatte cadere»

N.
l ’j. esempio il participio dipinto non consuona con afilla, perchè il verbo è si regge sopra tutta la proposizione

die siegue; e T analisi dell* ultimo è, che Augusto gli aveva fatto^ i.Ese non fosse che volontà lo strinse di saper pia innanzi. .. egli avrebbe la confessione abbandonata e andar tesene. B, a. Ed essendo delle pattovite nozze d* E^genid venuto il fempOi e il marito mandato per lei... B. r’