Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/386

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359 Nel terzo esempio a svenuta si sottiatende essendo; e nel quarto erano a piovuti, L* Ameota dice che, , in ogni libro e in bocca di tutti è: ha tonato^ ha piovuto, ha nesfi^ catOm, , A?rebbe fatto meglio a dire quali siano questi libri; cbe,dalla bocca dlquasi ognuno conveniamo anche noi sentirsi; ma rispetto allo scrivere il quarto e il quinto esempio provano il contrario. Benchè si truovi in Firenzuola Che? ho io impazzato? a me pare che sarebbe meglio detto sono io impazzato? non potendo questo verbo significare azione, ma solo stato. Nel parlare dell’etimologia de* verbi, dissi che quelli di stato si possono distinguere dai verbi d^azione per Toggetto che questi ricevono dopo di se, e che quelli non soffrono; ma perciò che ve ne sono alcuni la cui azione non si termina in un oggetto^ ma si fa in colui che Teseguisce, per tal ragione questi verbi ancora non portano l’oggetto • Tuttavia, ecco un modo da distinguere i verbi di stato anche da questi. Tutti i verbi di stato, come quelli posti nei precedente paragrafo, possono ricevere per agente una cosa; cioè una nugola hi^ viene^ una pianta nasce^ cresce y muore; un corpo dimagra; laddove questi non posson patire altro che la persona per agente, o uno animale. I seguenti dunque sono di que* verbi Tazione de* quali ha luogo nell’agente medesimo, o vero la cui azione e suo termine sono compresi nel verbo, e perciò domandano Tausiliarioai^re. abbaiare* giocare. parlare. sclamare. * cenare. gridare. penare. scherzare, desinare. indugiare. piangere.. starnutire, discorrere. lagrimare. ragionare. tossire. ^ dormire. mentire. ridere. vaneggiare.