Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/396

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3C9 lar virtù; ma, ia italiano non si scorge alcuna differenza ne* verbi, si nell* espressione; e analizzando, dico che condu" co è la prima forma del verbo condurre^ condotto^ il participio passalo, sono^ la prima del verbo essere; e che sono condotto è ana espression passiva. Veniva poi il neutro» Vediamo qual significato può avere questo vocabolo apposto a un verbo italiano. Neutro^ dal latino neuùer^ significa nè l’uno nè l’altro ^ cioè, per rispetto al verbo, nè attivo nò passivo; e abbiam veduto che questa divisione di verbi in at* tivi e passivi non ha luogo in italiano; e come che si possa dire che conduco sia verbo attivo, perchè dinota azione, il passivo non v* è per certo* Dicendo dunque per esempio che dormire sia neutro, gli si dà una denominazione falsa. Provato queste denominazioni essere senza fondamene to, passiamo ora ad esaminare come s* intendano i ragionamenti di coloro che nè fanno uso. Sentasi quel che dice il Monti nella sua Proposta al verbo ahhiettare,. Esempio tratto dal vocabolario della Crusca: ,, Ahbietiare^ abbassare, £are abbietto«Lat. deprimere ^ahji^„ cere% F. lacop. Non si abbietta per timore, nè si le^a„ per onore. OSSSRVAZIONC Senza l’esatto regolo della grammatica, che è la scienza della parola, niun vocabolario può andar diritto„ e sicuro. Saviamente dunque la Crusca nelle esposizioni„ de* verbi suole, col metodo grammaticale, l’attiva loro„ significazione distinguere dalla passiva; e il non farlo sarebbe veramente vizio, non si dovendo insieme confondere caratteri sì differenti, nè mescolar l’azione coll’ina„ zione, il moto colla quiete. NuUadimeno, dimentica del 11 ***’ » 11