Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/415

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388 fine delle nostre nioni può e non pnò venir fatto^ il verbo è quindi messo in modo incerto, cioè nel congiuntivo. Tutte le congiunzioni che non comprendono un* idea positiva, come acciò che^ affn che^ ancora che^ awegna che, benrche, come che^ con ciò sia che y con tuito che, infino a che, infino a tanto che, perchè per €^n che, purchè, quantunque f sebbene, qualora^ solo chof tutto che, si adoperano col congiuntivo; nuUadimeno si possono usare anche con l’indicativo; e in questo caso si leva ogni dubbio all’espressione, come mostrano i seguenti esempj; H giovane focosamente T ama 9 come che ella non se ne jìc^ GORGE* B* / lasH>ratori erano tutti partiti da campi per lo caldo ^ jiyFEGir^ che quel dì niuno ivi era andato a la^ porare • B. Benchè a me non parte mai che voi giudice foste. B. ToTTO CHE nè sì alti nè. sì grossi, qual che si fosse, lo maestro felzi. D. Niuno si muova del luogo suo FINO A TANTO CHE io non HO la mia novella finita. B. Quantunque il ver oìcono* B. Finalmente dalF ottavo e nono esempio s* impara che un verbo che dipenda da uno de* seguenti» credere^ parere^ pensare^ giudicare^ stimare ^ temere^ e altri della stessa natora, si debbe mettere in infinito,. quando ambedue i verbi hanno lo stesso agente; perciò che a me par voi riponoscere equivale ad io credo rico* noscer voi. E con alcuni si può anche usare la preposizione di i per esempio^ io ho paura di non girare^ io temo di non peccare in vanagloriai laddove si dice «a me par che egli vi conosca; io ho paura che tu non giri; temo che noi non pecchiamo in vanagloria^ perchè vi sono due agenti riferentisi a persone diverse • Le congiunzioni che generalmente reggono l’indicativo sono perchè nel senso di per la qual