Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/448

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4^1 Ho supplito io a questi gallicismi le parole e le espressioni italiane che mi paion corrispondere ad essi, come me« glio per me si è potuto io tanta corruzion di stile, solo per far vedere che noi possiamo esprìmere tutte quelle idee con parole e locuzioni nostre, e non abbiam bisogno di torlo ai Francesi; e se non sono letteralmente corrispondenti, essi hanno i loro modi di esprimere le loro idee, e noi abbiamo i nostri. Ora, dove nel corso di quest’opera mi occorse di dover notare un gallicismo, acciò che non mi si dicesse per avventura che fosse da me sognato, cioè che nessuno italiano commettesse un tale o tal altro errore, io citai di quando in quando un libro chiamato Antipurismo, che è il cornucopia di questa gallica feccia; onde mi convien qui far di esso un breve cenno. Il compilatore di questa immonda opera non ad altro tende che a volerci distorre dallo studio di quegli autori che hanno resa immortale la letteratura italiana, di quegli autori, lo studio de’ quali solo potrebbe far di noi una grande nazione; non ad altro mira che a volgere le menti nostre a tali opere moderne che di uomini ci potrebbero far femmine, come ognuno può scorgere nelle seguenti sue savie parole: Noi abbiamo astuto il secolo di Dante, il secolo di Torquato^l secolo di Metastasio^ tutti tre secoli aurei nel’* la loro specie; ma l’ultimo tfun oro più raffinato* Dopo aver sudato, chi U crederebbe! sopra due cento carte in rivendicar il poema di Dante del titolo di didascalicOf (i) costui ci mette qui Dante medesimo sotto di Metastasio! $1Vada con le femmine a fare sfoggio della sua scienza, e n* avrà (i) Goè se contenga dottrina o no, E chi noi vede cfac^l sappia leggere?