Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/455

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4^8 te che Ghismonda fosse d* animo gagliarda^ ben lo mostrò col darsi la morte. E tanto basti di questo Antipurismo; che non à cosa piacevole a chi non è patrice patrisque oblitus il legger lungamente di quella bella prosa* GALLICISMI TRATTi DALLA PROPOSTA DKL MoNTl Troppi n^avrei io a notare, se mi volessi assumere Tardna impresa di raccogliere tutti i gallicismi che si fanno e nel parlare e nello scrivere; che oramai per alcuni non v* è pia niente in francese ^ che letteralmente traslatar non si possa in italiano; ma lo esporne alquanti, oltre ai già citati ne* precedenti capitoli, estratti da un*opera letteraria quale è la Proposta, e di udo autore che li più credevano aver a prendersi per modello di stile, farà sì che, a cui caglia di scriver bene, stia più guardato per l’avvenire, e non dia troppo dentro al francese, prima d* aver letto i nostri classici a sufficienza; tanto che distinguer possa l’una lingua dair altra. £ questo intendo che serva anche di risposta a coloro i quali van dicendo, lo stile di questi seguitatori di purismo non esser naturale, vedervisi dentro lo studio (i)| lo sforzo, non correre la dicitura come negli originali, e trovarvisi le espressioni, le frasi intere, tolte di peso agli antichi e intarsiate per entro a* loro scritti, vi cappiano o non vi cappiano; e io dico che questi difetti si scorgeranno in quelli che scrivono per far pompa di sapere, senza avere argomento che li sproni; o pure io quegli altri che non hanno ancora imparato, e fanno pratica; e con tutto ciò egli à ancor più sopportabile che si scorgano nelle (i) E pur bisogna che W si scorga lo studio» vuole il Dayaiixati: Lm scrittura che si tiene in mano, e si esamina sottilmente dalli scienziati, riesce volgare, e non vive, se non vi ha dottrina squisita^ e fatta» quasi WQ brunito^ risplendere dalla diligenza efatica^