Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/476

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449 scura, 81 veggono innumerabili particelle svolazzare* £ se altri Oli facesse considerare che ì piovere è an cadere solo allo ’ngiù, e non uno svolazzar su e giu^ aspetti, e vedrà che qui accenna il cadere, e nel 34 verso* il moto contrario, dicendo: &irse in mia i^isione una fanciulla. Questo secondo esempio de* funesti effetti dell* ira è la morte del crudele Aman fatto crociGggere da Assuero, di cui era ministro. E coiai si moria, il Biagioli chiosa, spiale io lo s^edeva, cioè dispettoso e fiero» Adunque abbiamo notato in tutti questi 27 versi tre voci sole, tube% empiezza, e recelta, le quali levate dal ver* so e dalla metafora, o tolte alla forma poetica, non sien fa«migUari; e pure, per l’artecon cui le adopera il Poeta, non possono esprìmere più alti concetti, nè formar più sublime poesia; e questa è la pici chiara prova della ignoranza di co* loro che dicono che la lingua di Dante non è piò la nostra; e chi sapesse scrivere si alta poesia, ben si guarderebbe dal riGutare le voci tube, empiezza, e recetta. Empiezza può star bene anche in prosa. S), sono in Dante molti vocaboli i quali più o meno, chi ve li vorrebbe e chi no; ma non stanno in Dante più male, che facciano le porte non gotiche al duomo di Milano, il quale per quel difetto non scema suo splendore; senza che, quelli danno all’opera una certa qual particolarità del tempo e deirautore che la rendono veneranda. Oh, questo, griderà alcuno, questo è fanatismo, come appunto mi diceva il prenominato giovane. Sia pur fanatismo; ma egli è ben fondato; e io spero, con questa breve dinostrazione delle bellezze di que* pochi versi di Dante, de-^ «tarlo in molti altri; e vorrei mi si facesse vedere che può brnire da dire a* suoi fanatici una scena del Metastasio.