Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/503

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476 la scelta delle quali dipende dalla volontl^ di clii scrive. AI-^ cune preposizioni fanno raddoppiare la prima consonante della parola alla quale son giunte; contrapporre^ soprappor^ re, soprapprendere ^ frammettere^ suddette^ contrappunto; altre no, come anteporre^ sottoporre; iniramettere^ tradii zione. dell’accento Qualunque parola possa portare la pausa sostiene un accento che si chiama toRioo;perciò che quella vocale sopra cui cade, è più distinta nel tuono della voce. In anima è sopra la prima a^ in amore sopra To, in infermo soprst fè. Questo accento si nota col segno f ) quando cade su l’ultima vocale, come in pietas gios^entà^ cantò ^ f^^^^ perde* Nelle voci chehanna una sola sillaba, come do^fo^ fu^ no^ non si nota se ella non è di doppio senso; e di queste si segna in quelle che posson portare la pausa; come è,^, dà^ W, nè, /d; percliè la congiunsione e, le preposizioni di e da^ i pronomi^/ e /le, e 1* articolo la son parole che non possono reggere la pausa; e quindi non hanno il valore dell’accento tonico. I vocaboli glielo^ gliela^ gliene ecc, e dallo^ dalla ^ dagli^ composti àìda lo^ da la^ da gli, in somma tot* te le preposizioni unite agli articoli, non hanno accento tonico; perchè la voce non si può fermare sopra di esse, ma bisogna che vada subito a cadere* su quella parola che segue. I nomi personali mi, ti, ci, vi^ si, e la negazione no/i son privi d^accenio tonico. Benchè vi sia se congiunzione e se pronome, questo che ha pure il valore dell* accendo, noo vi si segna.