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158 QUADERNO 2 (XXIV) Imposte. 12577 milioni d’imposte nell’esercizio 1922- 1923. 16417 milioni nell’esercizio 25-26 con un aumento in tre anni di 3840 milioni. Inoltre nel 1925 le imposte locali erano previste in 4947 milioni, sicché carico annuale di 22 miliardi, cioè un onere superiore a quelli di tutti | gli Stati europei e americani. Stati Uniti, diminuite le imposte in quattro anni, di 2 milioni di dollari. Inghilterra diminuite le imposte. In Italia, almeno non aumento e cessazione di terrore fiscale. Cosi nei Comuni, che affetti da mania spendereccia e tassatrice. Mantenere le basi fondamentali della riforma tributaria unificatrice, semplificatrice e perequatri- ce De Stefani. Già si sono avute deviazioni da questa riforma. La nuova imposta complementare sul reddito aveva il pregio di aver ripudiato il sistema di accertamento indiziario. Ma la nuova imposta sul celibato, che varia secondo il reddito, dà luogo a un nuovo accertamento a base indiziaria, invece di essere basata sul reddito accertato agli effetti della complementare. Cosi si hanno due accertamenti del reddito che conducono a risultati diversi, e poiché il contrasto non è ammissibile, finisce col prevalere per ambedue la procedura indiziaria. Scopo della imposta complementare sul reddito con partecipazione degli enti locali al provento era di eliminare tutte le forme imperfette e sperequate di tasse locali sul reddito quali la tassa di famiglia e il valore locativo. Un tentativo per l'istituzione di una strana tassa sul reddito consumato fu sventato (sic) per l'opportuno intervento del Senato. Poiché l'imposta complementare sul reddito doveva eliminare le -tasse di famiglia e sul valore locativo quando fossero pagate insieme ad essa, per evitare una doppia tassazione sullo stesso reddito, era giusto che continuassero a pagarle coloro che non erano stati iscritti sui ruoli della complementare perché in questo caso non esisteva duplicato. Invece si lasciò ai Comuni facoltà o di continuare ad applicare la tassa di famiglia a coloro che non erano inscritti ai ruoli della complementare, ovvero applicare la tassa sul valore locativo anche a quelli che pagavano la complementare. Quasi tutti i Comuni hanno scelto quest’ultima e cosi siamo tornati alla doppia tassazione. Inoltre. Gli agenti del fisco hanno sostenuto e la Commissione centrale delle imposte