Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/370

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1930: (miscellanea) 363 (Su questo ultimo argomento cfr Volpe, L'Italia in cammino 3, dove molte inesattezze di fatto e di proporzioni e dove si osserva il nascere di una nuova retorica; il libro di Croce, La Storia d'Italia \ dove difetti di altro genere ma non meno pericolosi, perché la storia viene vanificata nell’astrazione dei concetti; e i libri di Prezzolinis sulla cultura italiana). § (83). Passato e presente. Scuola di giornalismo di Ermanno Amicucci, nella «Nuova Antologia» del i° luglio 1928 l. Credo che l’articolo sia poi stato raccolto con altri in un volume. L’articolo è interessante per le informazioni e gli spunti che dà. La quistione in Italia è più complessa di quanto non paia leggendo rAmicucci e io credo che i risultati delle iniziative scolastiche non saranno molto grandi. Ma il principio di insegnare il giornalismo e di non lasciare che il giornalista si formi da sé attraverso la pratica è vitale e si andrà sempre più imponendo, a mano a mano che il giornalismo diventa un’industria complessa e un organismo più responsabile. La quistione in Italia trova i suoi limiti nel fatto che non esistono grandi concentrazioni giornalistiche, per il decentramento della vita nazionale, e che i giornali sono pochi. Il personale giornalistico è scarso e quindi si alimenta normalmente attraverso le sue stesse gradazioni di importanza: i giornali meno importanti servono da scuola per i giornali più importanti e reciprocamente. Un redattore di secondo ordine del «Corriere» diventa direttore o redattore capo di un giornale di provincia; un redattore di primo ordine di un giornale di provincia diventa redattore dì secondo ordine di un grande giornale ecc. Non esistono in Italia centri come Parigi, Londra, Berlino ecc., che accolgono migliaia di giornalisti, costituenti una vera categoria professionale economicamente importante, e le retribuzioni in Italia, come media, sono molto basse: in Germania poi il numero dei giornali che si pubblicano in tutto il paese è imponente e alla concentrazione di Berlino corrisponde un’ampia stratificazione nazionale. Mi pare che, per certi tipi di giornale, il problema deve essere risolto nella stessa redazione, trasformando le riunioni periodiche redazionali in scuola organica di giornalismo, ad assistere alle cui lezioni dovrebbero essere invitati estranei: giovani e studenti, fino ad assumere il carattere di vere scuole politico-giornalistiche, con lezioni generali (di storia, di economia, di diritto costituzionale ecc.) affidati a estranei competenti ma che sappiano investirsi dei bisogni del giornale. Ogni redattore del giornale, fino ai reporters, dovrebbe essere messo in grado di fare tutte le parti del giornale, cosi come, subito, ogni redattore dovrebbe diventare un reporter, cioè dare tutta la sua vita al giornale, ecc. Cfr Quaderno 24 (xxvii), pp. 20-22.