Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/428

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I DI FILOSOFIA I ^ 421 libro del Mondolfo mi pare perciò molto utile, a parte il suo valore intrinseco che ora non ricordo, còme indicazione di una via da seguire. « Cfr Quaderno 16 (xxn), pp. 3 bis - ^ bis. § (2). Il libro del De Man. Annunzio di B. Croce nella «Critica» del 1928 *; recensione di G. De Ruggiero nella «Critica» del 19292; recensione nella «Civiltà Cattolica» e nel «Leonardo» del 19293; accenno di G. Zibordi nel libro su Prampolini4; annunzio librario dell’editore Laterza5; articoli nei « Problemi del Lavoro » con riproduzione delle tesi non riportate nella .traduzione Schiavi6; prefazione Schiavi7. L’«Italia | letteraria» dell’11 agosto 1929 ne pubblicò una recensione di Umberto Barbaro. Dice il Barbaro: «... una critica del marxismo che, se si vale delle precedenti “revisioni” di carattere economico, in massima è fondata su di una quistione tattica (sic) relativa alla psicologia delle masse operaie». «Dei molti tentativi di andare “au de là” del marxismo (il traduttore, il noto avvocato Alessandro Schiavi, modifica un po’ il titolo, in '‘superamento” in senso crociano e assai giustificatamente ( ! ) per altro, poiché il De Man stesso considera la sua come una posizione in antitesi necessaria per una sintesi superiore) questo non è certamente dei più poderosi e tanto meno dei più sistematici; anche perché la critica si basa prevalentemente appunto su quella misteriosa e fuggevole, benché certo affascinante pseudoscienza che è la psicologia. Nei riguardi del "movimento” questo libro è piuttosto disfattista e talvolta fornisce addirittura argomenti alle tendenze che vuol combattere: al fascismo per un gruppo di osservazioni sugli stati affettivi e sui "complessi” (in senso freudiano) degli operai da cui derivano idee di "gioia del lavoro” e di "artigianato” ed a comuniSmo e fascismo insieme per la scarsa efficacia degli argomenti in difesa della democrazia e del riformismo » *. Cfr Quaderno zi (xvm), pp. 7^bis-7Ó. § ( 3 ). Due aspetti del marxismo. Il marxismo è stato un momento della cultura moderna: in una certa misura ne ha determinato e fecondato alcune correnti. Lo studio di questo fenomeno molto importante e significativo è stato trascurato o è addirittura ignorato dai marxisti «ufficiali» per questa ragione: che esso ha avuto per tramite la filosofia idealista, ciò che ai marxisti legati essenzialmente alla particolare corrente di cultura dell’ultimo quarto del secolo scorso (positivismo, scientismo) pare un controsenso. Per questo mi pare da rivalutare la posizione di Antonio Labriola. Perché? Il marxismo ha subito | una doppia revisione, cioè ha dato luogo a una doppia combinazione. Da un lato alcuni suoi elementi, esplicitamente o implicitamente, sono stati assorbiti da alcune correnti idealistiche (Croce, Sorel, Bergson ecc., i pragmatisti ecc.); dall’altra i marxisti «ufficiali», preoccupati di trovare una «filosofia» che contenesse il marxismo, 42 bis 43 422 s