Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/519

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UADERNO 4 (Xlll) § (67). Grandezza relativa delle potenze. Elementi su cui può calcolarsi la gerarchia di potenza degli Stati: 1) estensione del territorio, 2) forza economica, 3) forza militare, ( 4), possibilità di imprimere alla loro attività una direzione autonoma, di cui le altre potenze devono subire l’influsso). Il quarto elemento è la conseguenza dei primi tre ed è il modo in cui si esprime appunto l’essere grande potenza. Il terzo elemento è di carattere anch’esso riassuntivo dell’estensione territoriale (con una popolazione relativamente alta) e della forza economica- Nell’elemento territoriale è da considerare la posizione geografica: nella forza economica è da distinguere la capacità industriale e agricola (produzione) dalla forza finanziaria. Un elemento imponderabile è poi la posizione ideologica che una certa potenza occupa nel mondo in quanto rappresenta le forze progressive della storia. Cfr Quaderno 13 (xxx), p. 13. § ( 68 ). Il libro di don Chisciotte di E. Scarfoglio [Alfredo Oriani]. È un episodio della lotta per svecchiare la cultura italiana e sprovincializzarla. In sé il libro è mediocre. Vale per il tempo e perché forse è stato il primo tentativo del genere. ' Dovendo scrivere su Oriani è da notare il brano che gli dedica lo Scarfoglio (p. 227 dell’edizione Mondadori, 1925) \ Per lo Scarfoglio (che scrive verso il 1884) TOriani è un debole, uno sconfitto, che si consola atterrando tutto e tutti: «Il signor di Banzole ha la memoria ammucchiata di letture frettolose e smozzicate, di teoriche male intese e mal digerite, di fantasmi malamente e fiaccamente formati; di più, Pinstrumento della lingua non gli sta troppo sicuramente nelle mani » \ È interessante una citazione, forse dal libro Quartetto, in cui Oriani scrive: «Vinto ad ogni battaglia ed insultato come tutti i vinti, non scesi mai né scenderò mai alla scempiaggine della replica, alla bassezza del lamento: i vinti hanno torto»3. Questo tratto mi pare fondamentale del carattere di Oriani, che era un velleitario, sempre scontento di tutti perché nessuno riconosceva il suo genio e che, in fondo, rinunziava a combattere per imporsi, cioè aveva egli | stesso una ben strana stima di sé. È uno pseudo-titano; e nonostante certe sue innegabili doti, prevale in lui il «ge- 1930-