Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/20

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1930-1932: (miscellanea) 69^ (così il Panella: ma realmente «rappresentando un certo equilibrio delle classi sociali, per cui il popolo riusciva a limitare lo strapotere delle classi ricche») può seguire un principio di giustizia distributiva e migliorare anche il sistema delPimposta diretta, fino al 1427, agli albori del principato mediceo e al tramonto dell’oligarchia, in cui fu istituito il Catasto \ to libro del Barbadoro è indispensabile per vedere appunto come la borghesia comunale jion riuscì a superare afâsë" economica-corporativa. cioè a^creare uno Stato \ col consenso dei governati» e passibile di sviluppo. Lo sviluppo statale poteva avvenire solo come principato, non come repubblica comunale. È interessante anche il libro per studiare l'importanza politica del debito pubblico, che si sviluppò per le guerre di espansione, cioè per assicurare alla borghesia un più ampio mercato e la libertà di transito. (Sarebbe da confrontare con ciò che Marx dice nel Capitale a proposito della funzione e delPimportanza del debito pubblico) 2.JAnche le conseguenze del debito pubblico sonointeressanti: la classe abbiente aveva creduto di trovare nei prestiti un mezzo per riversate Stilta~massa~dei cittadini .la.Part£jnaggiore dei pesi fi- ~scâtî, si trovo punita daUajnsoIvenza del Cotruineche, coincidendo con la crisi economica, contribuì ad acuire il male e ad alimentare il dissesto del paese. Questa situazione portò al consolidamento del debito e alla sua irredimibilità (rendita perpetua [e riduzione del saggio d'interesse]) con la istituzione del Monte dopo la cacciata del Duca d’Atene e l’avvento al potere del popolo «minuto». § ( 14). Funzione internazionale degli intellettuali italiani. Monsignor Della Casa. Nella puntata del suo studio [su] La lirica del Cinquecento, pubblicata nella «Critica» del novembre 1930l, B. Croce scrive sul Galateo: «... esso non ha niente di accademico e pesante ed è una serie di garbati avvertimenti sul modo gradevole di comportarsi in so^ cietà e uno di quei libri iniziatori che l’Italia del Cinquecento dette al mondo moderno» (p. 410). È esatto dire che sia