Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/33

Da Wikisource.

708 QUADERNO 6 (vili) ma che i letterati, presi singolarmente, non sono necessari alla funzione, sebbene ciò sembri paradossale. Ma è vero nel senso, che mentre le altre professioni sono collettive, e la funzione sociale | si scompone nei singoli, ciò non avviene nella letteratura. La quistione è delT« apprendissaggio » : ma si può parlare di «apprendissaggio» artistico letterario? La funzione intellettuale non può essere staccata dal lavoro produttivo generale neanche per gli artisti: se non quando essi hanno dimostrato di essere effettivamente produttivi «artisticamente». Né ciò nuocerà alP«arte», forse anzi le gioverà: nuocerà solo alla «bohème» artistica e non sarà un male, tutt’altro.

§(30). Nozioni enciclopediche. L’affermazione che « non si può distruggere, senza creare » è molto diffusa. L’ho letta, già prima del 1914, nell’«Idea nazionale», che pure era un bric-à-brac di banalità e luoghi comuni. Ogni gruppo o gruppetto che crede di essere portatore di novità storiche (e si tratta di vecchierie con tanto di barba) si afferma dignitosamente distruttore-creatore. Bisogna togliere la banalità all’affermazione divenuta banale. Non è vero che «distrugga» chiunque vuol distruggere. Distruggere è molto difficile, tanto difficile appunto quanto creare. Poiché non si tratta di distruggere cose materiali, si tratta di distruggere «rapporti» invisibili, impalpabili, anche se si nascondono nelle cose materiali. È distruttore-creatore chi distrugge il vecchio per fnettere alla luce, fare affiorare il nuovo che è divenuto «necessario» e urge implacabilmente al limitare della storia. Perciò si può dire che si distrugge in quanto si crea. Molti sedicenti distruttori non sono altro che «procuratori di mancati aborti», passibili del codice penale della storia. §( 31). Passato e presente. ^Dal libro Mi pare... di Prezzolini: «L’irreligiosità moderna è una nuova freschezza di spinto, un atto moraleT una liberazione. L’irreligiosità' è una difficoltà,. nrL^arirnj nn obbligo, un dovere maggiore.