Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/37

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712 ' QUADERNO 6 (vili) 15 bis % comparazione di termini che si possono dimostrare imparagonabili, o per reale disformità fonetica, o per impossibilità cronologica. Di tutto il materiale vagliato sarà poi opportuno redigere lessici e carte topografiche, di comoda e perspicua consultazione». Questi articoli del Pareti sono molto ben fatti e danno un’idea perspicua delle attuali condizioni degli studi sugli Etruschi. ^ §( 37). Passato e presente. Sulle condizioni recenti della scuola e degli studi in Italia occorre vedere gli articoli di Mario Missiroli nelF«Italia Letteraria» del 1929 \ § ( 38). I nipotini di padre Bresciani. La lettera aperta di Umberto Fracchia a S. E. Gioachino Volpe è nell’«Italia Letteraria» del 22 giugno 1930 (cfr nota precedente *): il discorso del Volpe all’Accademia è di quindici giorni prima. Brano tipico del Fracchia: «Solo un po’ più di coraggio, di abbandono, di fede basterebbero per trasformare l'elogio a denti stretti che Ella ha fatto della presente letteratura in un elogio aperto ed esplicito; per dire che la presente letteratura italiana ha forze non solo latenti, ma anche scoperte, visibili (!) le quali non aspettano ( ! ) che di essere vedute e riconosciute da quanti le ignorano, ecc. ecc. ». Il Volpe un po’ aveva « sul serio » parafrasato i versi giocosi del Giusti: «Eroi, eroi che fate voi? - Ponziamo il poi! », e il Fracchia si lamenta miserevolmente che non si riconoscono le ponzature già attuate. Il Fracchia parecchie volte ha minacciato gli editori che stampano troppe traduzioni di misure legislative-corporative di protezione per gli scrittori italiani. (Ricordare l’ordinanza del sottosegretario all’interno Bianchi, poi interpretata e di fatto ritirata e che era connessa a una campagna del Fracchia)2. Il ragionamento del Fracchia nella lettera al Volpe è impagabile: Ogni secolo, ogni frazione di secolo ha la sua letteratura, non solo, ma la esalta; tanto che le storie letterarie hanno dovuto mettere a posto molte opere esaltatissime e che oggi si riconosce non valgono nulla. (Questo è giusto, ma significa solo questo: che l’attuale periodo non sa interpretare il suo tempo, è staccato dalla vita, sicché neanche per « ragioni pratiche » vengono esaltate opere che poi magari saranno riconosciute artisticamente nulle e la cui «praticità» è stata superata; ma è vero che non ci siano opere molto lette? ci sono, ma sono straniere, o ci sarebbero, se fossero tradotte come il libro di Remarque3, ecc.). Realmente il tempo presente non ha letteratura, perché la letteratura esistente, salvo rare eccezioni, non è legata alla vita popolare-nazionale, ma a gruppi castali avulsi dalla vita, ecc. Il Fracchia si lamenta della critica, che si pone solo dal 1 »