Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/103

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Ma che? poco ama altrui chi ’l morir teme.

Piacesse pur al ciel, Mirtillo mio,
che sol pena al peccar fusse la morte !
Santissima Onestá, che sola sei
d’alma bennata inviolabil nume,
quest’amorosa voglia,
che svenata ho col ferro
del tuo santo rigor, qual innocente
vittima a te consacro.
E tu, Mirtillo, anima mia, perdona
a chi t’è cruda sol dove pietosa
esser non può; perdona a questa, solo
nei detti e nel sembiante
rigida tua nemica, ma nel core
pietosissima amante;
e, se pur hai desio di vendicarti,
deh ! qual vendetta aver puoi tu maggiore
del tuo proprio dolore?
Che se tu se’ ’l cor mio,
come se’ pur mal grado
del cielo e de la terra,
qualor piagni e sospiri,
quelle lagrime tue sono il mio sangue,
que’ sospiri il mio spirto e quelle pene
e quel dolor, che senti,
son miei, non tuoi, tormenti.

SCENA QUINTA

Corisca, Amarilli.

Corisca. Non t’asconder giá piú, sorella mia.

Amarilli. (Meschina me, son discoperta!)
Corisca. Il tutto
ho troppo ben inteso. Or non m’apposi?
G. B. Guarini. 7