Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/158

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empia disonestate

col titolo famoso
de la tua deitate.
E tu, sordida dea,
perché le tue vergogne
ne le vergogne altrui si veggan meno,
rallenti lor d’ogni lascivia il freno,
nemica di ragione,
macchinatrice sol d’opre furtive,
corruttela de l’alme,
calamitá degli uomini e del mondo,
figlia del mar ben degna
e degnamente nata
di quel perfido mostro,
che con aura di speme allettatrice
prima lusinghi e poi
movi ne’ petti umani
tante fiere procelle
d’impetuosi e torbidi desiri,
di pianti e di sospiri,
che madre di tempeste e di furore
devria chiamarti il mondo,
e non madre d’Amore:
ecco in quanta miseria
tu hai precipitati
que’ duo miseri amanti.
Or va’ tu, che ti vanti
d’esser onnipotente,
va’ tu, perfida dea; salva, se puoi,
la vita a quella ninfa,
che tu, con tue dolcezze
avvelenate, hai pur condotta a morte.
Oh per me fortunato
quel di che ti sacrai l’animo casto,
Cintia, mia sola dea,
santa mia deitá, mio vero nume,