Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/161

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dove fien queste maraviglie? qui? — Qui. —

O sciocco! ed io mi parto.
Vedi come se’ stato oggi indovino
pien di vino. — Divino. —
Ma veggio, o veder parmi,
colá, posando in quel cespuglio, starsi
un non so che di bigio,
ch’a lupo s’assomiglia.
Ben mi par desso, ed è per certo il lupo.
Oh, come è smisurato! Oh per me giorno
destinato a le prede! O dea cortese,
che favori son questi? in un di solo
trionfar di due fière?
Ma che tardo, mia dea?
Ecco, nel nome tuo questa saetta
scelgo per la piú rapida e pungente
di quante n’abbia la faretra mia.
A te la raccomando:
levala tu, saettatrice eterna,
di man de la fortuna e ne la fèra
col tuo nume infallibile la drizza,
a cui fo voto di sacrar la spoglia,
e nel tuo nome scocco.
Oh bellissimo colpo,
colpo caduto a punto
dove l’occhio e la man l’ha destinato!
Deh, avessi il mio dardo,
per ispedirlo a un tratto,
prima che mi s’involi e si rinselvi!
Ma, non avendo altr’arine,
il ferirò con quelle de la terra.
Ben rari sono in questa chiostra i sassi,
ch’a pena un qui ne trovo.
Ma che vo io cercando
armi, s’armato sono?
Se quest’altro quadrello