Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/270

Da Wikisource.

di Glicerio e con la displicenza di Simone, padre di Panfilo, che insipida cosa sarebbe ella stata! Un giovane caduto in ira del padre per avere sposata una cattiva, la quale finalmente, trovandosi cittadina, per moglie gli si concede, che cosa è qui di negozio? Cosi la favola sarebbe ben riuscita patetica e mo- rata, ma non operante, ch’è tutto il nervo dell’arte scenica. Come si sarebbe ella annodata? Dallo sdegno del padre e dal- l’amor del figliuolo poteva ben succedere grandi affetti, ma non intrighi. II nodo vien dalle nozze che procura Simone, le quali pongono in gran maneggio e bisogno Panfilo per fuggirle, avendo la sua fede data a Glicerio di prenderla per isposa, e l’astuto Davo di porre in opera Parti sue. Se queste nozze adunque son tanto necessarie, che senza loro la favola sarebbe nulla o poco operante, come si poteva egli tralasciar la per- sona di Filomena? conciosiacosaché Panfilo non avrebbe cre- duto ai padre che quel di gli avesse voluto dare, cosi in un subito, moglie, se la moglie non fosse stata richiesta, nominata e da Panfilo conosciuta, e se le nozze non fossero sute un pezzo fa praticate. Ecco dunque la necessitá del terzo termine. Or quella giovane, che doveva esser quel di la sposa e che per tale fu dichiarata nella casa del padre suo, aveva ella poi, per le nozze di Glicerio, a rimanere si mal contenta? doveva ella essere stata tutto quel di in concetto e speranza d’essere sposa, e poi restar sulle secche? Questa sarebbe stata una cosa troppo indiscreta e al poema comico sconvenevole, ogni volta che si fosse introdotta una persona, per annodare si necessaria e nello sciòrre tanto accessoria, che di lei niun conto nel finir della favola e nelle comuni allegrezze non si fosse tenuto. E però fu bisogno d’apprestarle lo sposo, il quale, perché fusse piú caro e rendesse il fine della favola piú giulivo e, quello che ’mporta piú, per maggiormente intrigare e arricchir di nuovi accidenti sempre il soggetto, conveniva che fosse amante; ed ecco la necessitá del quarto termine e del secondo amore. È dunque falso che l’azion di Carino e di Filomena non dipenda da quella di Panfilo e di Glicerio, e che la dipendenza non sia necessaria e ’n conseguenza ancor verisimile. Dalla difesa deU’Andria