Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/282

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il nome di «tragicommedia», che l’uno e l’altro comprende. E, se di nuovo fusse richiesto per qual cagione non fu piú tosto fatta o commedia o tragedia semplice pastorale, direi che non si volle comporre commedia sola, acciocché il Pas(or fido avesse parte di nobiltá, onde gli animi nobili avessero quel diletto che alla natura loro piú si confá. Non si volle altresí far tra- gedia, perché non s’ebbe fine di purgare il terrore e la com- passione, spettacolo oggidí a tutti non dilettevole e molto men necessario. E però, dall’una e dall’altra nobilissima spezie di drammatica poesia prendendosi quelle parti che sole possano dilettare, senza molestia, uomini e donne, nobili e popolari, intendenti e non intendenti, si fe’ quel misto, che latini e greci scrittori avevano prima fatto. E qui fine abbia il discorso della poesia tragicomica con tutti i suoi emergenti piú ragguardevoli, intrapreso da noi per soddisfare al curioso lettore d’intorno a quelle difficultá che po- tessero scaturire dalla mistura del Pastor fido. Del quale poiché si sono con tanta cura ventilate le parti, che sono a guisa di forme in lui, la ragion vuole che, seguendo anche in ciò lo stil d’Aristotile, non si lascino addietro quelle che sono «quanti- tative», per usare anche in questo il termine del filosofo, e servono all’atto pratico della scena, facendo di ciascuna sua parte a un certo modo l’anatomia, per iscoprire atto per atto l’artifizio di detta favola, acciò non restino privi né i lettori di quel diletto, né i drammatici di quel frutto, che dall’altrui fatiche si suol raccórre, e da questa massimamente, perciocché niun altro scrittore, ch’io mi ricordi, di qualsivoglia lingua o se- colo troverassi, che abbia con tanto studio esaminata e scoperta l’arte del tesser favola di drammatico genere. Dico pertanto che, non essendo altro il principal soggetto di questo dramma che un amante infelice per mezzo della sua fede maravigliosamente fatto felice, nel primo atto si narrano quelle cose che possano informar tanto avanti il teatro, che basti a generare in lui quella cognizion del soggetto che tolga confusione, e insieme gli rechi, col diletto presente, speranza ancor del futuro; ma tanto parcamente però, che non abbia a scoprire il fine o dia materia