Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/290

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materia. La seconda è l’atto stesso del nodo sciolto, il quale si divide in due parti. Nella prima Montano riconosce e truova il figliuolo, che non vorrebbe aver né trovato né co- nosciuto. Nell’altra è la ’nterpretazion dell’oracolo, che gli fa caro l’avere il suo figliuolo riconosciuto e trovato, e con questo è unito il rivolgimento. Nella medesima guisa si scioglie il nodo del tanto lodato Edipo , che non s’adempie con un solo riconoscimento, imperocché prima egli viene in cognizione di non esser figliuolo del re, com’egli si credea, di Corinto, e poi conosce quello che non avrebbe voluto, d’esser figliuolo di Laio re di Tebe, da lui ucciso, e di Giocasta, con cui commise lo’ncesto. E, come nell ’Edipo il primo riconoscimento non è quel che rivolge la favola in fin dolente, ma si bene il secondo, cosi anche nel Pastorfido , perciocché, riconosciuto che ha Mon- tano il figliuolo, par che la favola sia funesta piú ch’ella sia mai stata; ma Tirenio, che apre l’oracolo a guisa dello ’nteiletto agente, riduce in atto quella felicitá ch’era nell’animo di Mon- tano prima sopita, il qual, per essere dal dolore accecato, non vedea il chiaro lume della mente divina. E, cosi in questa come in molte altre cose, è molto simile a quella tanto stimata e si famosa tragedia, come sarebbe a dire, che quanto piú si cerca d’uscire di sospetto e d’affanno col ricercare, col do- mandare, tanto piú vi si cada e, come uccel nella ragna, tanto piú vi s’intrighi; che la sola persona di Mirtillo riconosciuta giri tutta la favola; un filo solo, come quello di Teseo, d’ine- stricabile iaberinto la faccia uscire; e, quello che pure è tanto dal Filosofo commendato, che la ricognizione non sia fatta per segni, ma in vertú di quel verisimile, che produce la maraviglia e nasce dal fatto stesso e dalle viscere del soggetto. E però quella parte, che fanno i duo pastori nel riconoscimento di Edipo, quella medesima fa nel Pastor fido Dameta, e nella stessa maniera ancora, poiché da quello, che ha detto prima Carino e poi racconta Dameta, si conchiude per certa necessitá che Mirtillo sia quel figliuol di Montano, che ’l torrente gli portò via. Nel che bisogna avvertire una eccezione molto importante, né fin qui da niuno, ch’io abbia veduto ancora, degli interpreti