Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/33

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ché, dopo l’anno, in quel medesrao tempo,

con ricaduta piú spietata e fiera
incrudeli lo sdegno, onde, di nuovo
per consiglio a l’oracolo tornando,
si riportò de la primiera assai
piú dura e lagrimevole risposta :
«Che si sacrasse allora e poscia ogn’anno
vergine o donna a la sdegnata dea,
che ’l terzo lustro empiesse ed oltre al quarto
non s’avanzasse; e cosi d’una il sangue
l’ira spegnesse apparecchiata a molti».
Impose ancora a l’infelice sesso
una molto severa e, se ben miri
la sua natura, inosservabil legge,
legge scritta col sangue : «. Che qualunque
donna o donzella abbia la fé d’amore,
come che sia, contaminata o rotta,
s’altri per lei non muore, a morte sia
irremissibilmente condannata».
A questa, dunque, si tremenda e grave
nostra calamitá spera il buon padre
di trovar fin con le bramate nozze.
Però che dopo alquanto tempo, essendo
ricercato l’oracolo qual fine
prescritto avesse a’ nostri danni il cielo;
ciò ne predisse in cotai voci appunto:
«Non avrá prima fin quel che v’offende,
che duo semi del ciel congiunga Amore;
e di donna infedel l’antico errore
l’alta pietá d’un pastor fido ammende».
Or ne l’Arcadia tutta altri rampolli
di celesti radici oggi non sono,
che Silvio ed Amarillide, ché l’una
vien del seme di Pan, l’altro d’Alcide;
né per nostra sciagura in altro tempo
s’incontraron giá mai femmina e maschio,