Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/15

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Vorrei dunque pregarli (e niuno migliore organo per esprimere questo mio desiderio poteva scegliere di Lei, pregiatissimo Monsignore, chiamato alla direzione ed alla suprema custodia di questo pregevolissimo fra i nostri patrii Istituti), vorrei dunque pregarli, ripeto, a volere esser cortesi della loro ospitalità indefettibile a quelli fra i miei libri, che credessero degni di tale onore; niun’altra condizione assegnando a questo passaggio, se non la riunione della loro sorte a quella degli altri precedentemente custoditi, e della loro conservazione ad uso e benefizio dei nostri concittadini.

Se la mia domanda fosse accolta dai signori Seniori, si potrebbe sin d’ora estrarre dal catalogo de’ miei libri, quelli che dovessero passare nell’immediata proprietà dei signori rappresentanti la biblioteca Roncioniana, per ritenerne io, almeno di una gran parte di essi, l’uso, mia vita natural durante; dovendo essere alla mia morte restituiti dai miei eredi, come assoluta proprietà di quello stabilimento. Fin d’ora potrebbero esser tutti muniti del bollo e della etichetta propri della Biblioteca.

Queste sarebbero le mie intenzioni generiche. E quando esse vengano accolte, ci troveremo facilmente d’accordo sul medo di mandarle ad esecuzione.

Oso, per il caso di accettazione, raccomandare specialmente fin d’ora la conservazione delle parti biografica e bibliografica; e questo, tanto per la parte stampata, quanto per quella manoscritta; insieme con tutto quello che può servirle di corredo e di appoggio. E raccomando egualmente, e con vivo sentimento d’affetto e di rammarico raccomando, i manoscritti o la corrispondenza del mio carissimo amico professore abate Giuseppe Arcangioli, già legatimi, come pure i manoscritti, e tutto quello che si riferisce alla troppo breve esistenza delle mie dilettissime Figlie, cogli autografi che hanno servito per l’edizione del Ricordo da me consacrate alla loro memoria e a quella del mio nipote e genero dottor Giovanni Costantini.

Se questa mia proposta avrà favorevole accoglienza, lo dovrò principalmente alla sua valentissima interposizione; fidandomi nella quale, Le anticipo i ringraziamenti per il favore sperato, come se lo avessi già ricevuto. E passo a segnarmi con sentita venerazione di Lei, Monsignore illustrissimo e reverendissimo

Di Casa, li 25 dicembre 1858

dev obb servitore
Avv. GIOVACCHINO BENINI.