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oratio accusatoria 199

abbia tre teste come dicono e’ poeti di Cerbero, lussuria avarizia e crudeltá? Ci è congiunto el tradimento: saccheggiato sí impiamente, sí sceleratamente tutto el nostro paese, assassinato tanti nostri cittadini con quella autoritá, con quelle arme che t’avevano confidato per sua difesa. Direno che sia parricidio? Oh, e’ non è stata offesa la patria sola, ma el publico, el privato, e’ sudditi, gli amici, e’ vicini. Non ci è nome che basti, non Demostene, non Cicerone lo saprebbono fabricare; è uno peccato che ha piú capi che l’Idra, uno morbo, una fiamma, uno fuoco, uno inferno; è uno peccato che non cento mannaie, non cento forche, non tutte le pene insieme che si possono dare agli altri peccati, sarebbono bastanti a punirlo. E tu ancora ardisci difenderti, ancora procuri la assoluzione? Quanto meglio faresti, quanto saresti piú laudato a rimuoverti dal giudicio, a non comparire piú qua, a non rinnovare ogni dí tante acerbe piaghe, a tôrti da te medesimo la sentenzia: mostrerresti pure non essere acciecato totalmente, d’avere ancora qualche vestigio di vergogna, d’avere qualche stimulo di conscienzia, e dove non puoi diminuire la pena, non cercheresti di accrescere piú la indignazione, non di concitare piú lo odio.

Perché io ti domando: con che speranza vieni tu a difenderti, in che confidi? Speri tu nella eloquenzia tua? Maggiore sono le tue sceleratezze che si possino scusare o negare. Speri tu di potere allegare qualche beneficio fatto a questa cittá? Oh tu sei uno esemplo di tutti e’ mali che può fare uno cittadino alla patria. Speri tu nella nostra buona natura, nella dolcezza di questo popolo e di questi giudici? Troppo sono fresche le ingiurie che tu hai fatto in universale ed in particulare a tutti; troppo sono grande a dimenticarsele; troppo è el pericolo ed el danno che s’arebbe del perdonarti. Nessuno è di questi giudici, nessuno è in tanto concorso e moltitudine d’uomini che non sia stato atrocemente offeso da te o per te; a chi saccheggiata la roba, a chi abruciata la casa, chi fatto prigione, chi tormentato; quelli che hanno patito manco, hanno per e’ furti e rapine tue pagato tanto di gravezza, che è