Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/247

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oratio accusatoria 239

per qualunque di queste cose o per tutte insieme, perché uno peccato sí grande bisogna che abbia piú di una origine, tanto parlò, tanto disse, tanto arguí, tanto esclamò, tanto subornò gli altri, che indusse el papa alle arme, a pigliare questa guerra perniziosa, a accendere questo fuoco del quale è giá abruciata mezza Italia ed innanzi finisca abrucierá el tutto.

Non aveva bisogno el papa di fare questa deliberazione, perché non vi era né inimicizia né, pericolo; la guerra non era con lui, ma tra lo imperadore ed el re di Francia; ciascuno di loro lo riguardava, ciascuno l’onorava; non erano piú per combattere in Italia ma fuora; piú conservava lo officio suo, piú la sua autoritá a conservarsi neutrale; era el suo debito trattare la pace tra loro, pensare alla guerra contro agli infedeli, provedere alla Ungheria a chi giá si accostava quello fuoco del quale pochi mesi poi abruciò. Era piú secondo la natura sua, che come hanno mostro poi gli effetti ed era anche cognosciuto insino allora, era aliena dalle difficultá e dalle molestie: ma la ambizione, la avarizia di messer Francesco, la sua inquieta natura, lo animo suo immoderato lo spinse a una deliberazione vituperosa, pericolosa e di infinita spesa e travaglio; e quello che per noi fu peggio, fu causa di mettervi anche drento la nostra cittá.

El grado, le forze, le facultá, la consuetudine sua non comportava che si implicassi nella guerra tra questi príncipi grandi, ma che, come avevano sempre fatto e’ nostri padri, attendessi a schermirsi e ricomperarsi da chi vinceva, secondo le occasione e le necessitá. Non era uficio nostro volere dare legge a Italia, volerci fare maestri e censori di chi aveva a starci, di chi aveva a uscirne; non mescolarci nella quistione de’ maggiori re de’ cristiani; abbiamo bisogno noi di intrattenerci con ognuno, di fare che e’ mercatanti nostri che sono la vita nostra, possino andare sicuri per tutto, di non fare mai offesa a alcuno principe grande se non constretti ed in modo che la scusa accompagni la ingiuria, né si vegga prima la offesa che la necessitá. Non abbiamo bisogno di spendere e’ nostri danari per nutrire le guerre di altri, ma serbargli per difenderci