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262 oratio defensoria

con scritture. Il che se io farò, o cittadini, non vi prego altro, non vi dimando altra grazia, se non che si cancelli la mala opinione che a questi mesi avete avuto di me, che piú sia creduta la veritá che e’ carichi, che la invidia che m’ha tanto percosso diventi compassione, ma vegnamo allo effetto.

Mi persuado che ognuno di voi, giudici, ognuno di questi cittadini abbia opinione e creda, o che non sia vero che io abbia dato licenzia a’ soldati che saccheggino el contado, o che se questo è vero, che la causa sia stata che, avendo io voluto rubare le paghe, mi sia bisognato pascere e’ soldati con questo altro modo; e però se e’ non è vero che io abbia rubato e’ vostri danari, che non sia anche vero che io abbia fatto saccheggiare el contado, perché questo è causato e depende da quello, e provandovi che io non ho rubato, confesserete tutti d’accordo che io non vi ho fatto saccheggiare. Non dite voi questo medesimo? Ma che bisogna dimandarne voi che non darete mai se non risposte vere, piene di gravitá e di prudenzia? Non l’ha detto lo accusatore medesimo, non l’hanno detto e’suoi soldati, che per non gli pagare io davo loro questa licenzia? Ma quando non l’avessi detto, non lo dice la ragione da se medesima? Perché gli uomini non si mettono mai a fare male se non o per utilitá o per piacere. A me, se io pagavo e’ soldati come se non rubassino, che utilitá era fargli rubare, che piacere, che contento, che satisfazione di animo? Anzi in contrario molestie, querele, romori, carichi, inimicizie della sorte che voi vedete. Sogliono gli altri quando rubano cercare che si dia la colpa a altri: io arei de’ furti di altri cercato di avere la colpa io; gli altri quando sono tristi fanno ogni cosa per parere buoni: io essendo buono arei fatto ogni cosa per parere tristo. Siamo adunche tutti d’accordo che se io non ho rubato le paghe, non ho anche fatto saccheggiare el contado. Veggiamo se ho rubato queste paghe.

Sempre, giudici e cittadini, (io parlo ora anche a’ cittadini perché quello che io cerco, per che mi affatico ora, cioè di recuperare la buona fama, l’ho avere communemente da tutti;