Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/293

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serie seconda 287

17. Non crediate a coloro che fanno professione d’avere lasciato le faccende e le grandezze volontariamente e per amore della quiete, perché quasi sempre ne è stata cagione o leggerezza o necessitá; però si vede per esperienzia che quasi tutti, come se gli offerisce uno spiraglio di potere tornare alla vita di prima, lasciata la tanto lodata quiete, vi si gettano con quella furia che fa el fuoco alle cose bene unte e secche.

18. Insegna molto bene Cornelio Tacito a chi vive sotto e’ tiranni el modo di vivere e governarsi prudentemente, cosí come insegna a’ tiranni e’ modi di fondare la tirannide.

19. Non si possono fare le congiure sanza compagnia di altri, e però sono pericolosissime; perché essendo la piú parte degli uomini o imprudenti o cattivi, si corre troppo pericolo a accompagnarsi con persone di simile sorte.

20. Non è cosa piú contraria a chi vuole che le sue congiure abbino felice fine, che volerle fondare molto sicure, e quasi certe da riuscire; perché chi vuole fare questo, bisogna che implichi piú uomini, piú tempo e piú opportunitá, le quali sono tutte la via da farle scoprire. E però vedete quanto le congiure sono pericolose, poi che le cose che arrecano sicurtá negli altri casi, in questa arrecono pericolo; il che credo sia anche perché la fortuna che in quelle ha gran forza, si sdegni contro a chi fa tanta diligenzia di cavarle dalla sua potestá.

21. Io ho detto e scritto altre volte che e’ Medici perderono lo stato nel ’27 per averlo governato in molte cose a uso di libertá, e che dubitavo che el popolo perderebbe la libertá per governarla in molte cose a uso di stato. La ragione di queste due conclusione è che lo stato de’ Medici, che era esoso allo universale della cittá, volendo mantenervisi, bisognava si facessi uno fondamento di amici partigiani, cioè d’uomini che da uno canto cavassino beneficio assai dello stato, dall’altro si cognoscessino perduti e non potere restare a Firenze, se e’