Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/300

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294 ricordi

40. Gran cosa è avere potestá sopra altri; la quale chi sa usare bene, spaventa con essa gli uomini piú ancora che non sono le forze sue; perché el suddito non sapendo bene insino dove le si distendino, bisogna si risolva piú presto a cedere, che a volere fare cimento, se tu puoi fare o no quello di che tu minacci.

41. Se gli uomini fussino buoni e prudenti, chi è proposto a altri legittimamente arebbe a usare piú la dolcezza che la severitá; ma essendo la piú parte o poco buoni o poco prudenti, bisogna fondarsi piú in sulla severitá; e chi la intende altrimenti, si inganna. Confesso bene che chi potessi mescolare e condire bene l’una con l’altra, farebbe quello ammirabile concento e quella armonia della quale nessuna è piú suave; ma sono grazie che a pochi el cielo largo destina e forse a nessuno.

42. Non fare piú conto d’avere grazia che d’avere riputazione; perché perduta la riputazione si perde la benivolenzia, e in luogo di quella succede lo essere disprezzato; ma a chi mantiene la riputazione non mancano amici, grazia e benivolenzia.

43. Ho osservato io ne’ miei governi, che molte cose che ho voluto condurre, come pace, accordi civili e cose simili, innanzi che io mi vi introduca lasciole1 bene dibattere ed andare a lungo; perché alla fine per stracchezza le parte ti pregano che tu le acconci; cosí pregato, con riputazione e sanza nota alcuna di cupiditá, conduci quello a che da principio invano saresti corso drieto.

44. Fate ogni cosa per parere buoni ché serve a infinite cose; ma perché le opinione false non durano, difficilmente

  1. Parola di dubbia lettura.