Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/310

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304 ricordi

quando ne sento qualcuna sanza autore certo, vi sto piú sospeso che a quell’altre.

90. Chi depende dal favore de’ príncipi, sta apiccato a ogni gesto, a ogni minimo cenno loro, in modo che facilmente salta a ogni piacere loro, il che è stato spesso cagione agli uomini di danni grandi. Bisogna tenere bene el capo fermo a non si lasciare levare leggermente da loro a cavallo, né si muovere se non per le sustanzialitá.

91. Difficilmente mi è potuto entrare mai nel capo che la giustizia di Dio comporti che e’ figliuoli di Lodovico Sforza abbino a godere lo stato di Milano, el quale lui acquistò sceleratamente, e per acquistarlo fu causa della ruina del mondo.

92. Non dire: Dio ha aiutato el tale perché era buono, el tale è capitato male perché era cattivo; perché spesso si vede el contrario. Né per questo dobbiamo dire che manchi la giustizia di Dio, essendo e’ consigli suoi sí profondi che meritamente sono detti: abyssus multa.

93. Quanto uno privato erra verso el principe e committe crimen laesae maiestatis volendo fare quello che appartiene al principe, tanto erra uno principe e committe crimen laesi populi, faccendo quello che appartiene a fare al popolo e a’ privati; però merita grandissima riprensione el duca di Ferrara faccendo mercantantie, monopoli ed altre cose meccaniche che aspettano a fare a’ privati.

94. Chi sta in corte de’ principi e aspira a essere adoperato da loro, stia quanto può loro innanzi agli occhi; perché nascono spesso faccende, che vedendoti, si ricorda di te e spesso le commette a te; le quali, se non ti vedessi, commetterebbe a un altro.