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306 ricordi

99. Apresso a uno tiranno prudente, quando non m’ha per inimico, vorrei più presto essere in concetto di animoso inquieto, che di timido; perché cerca di contentarti, e con quell’altro fa più a sicurtá.

100. Sotto a uno tiranno è meglio essere amico insino a uno certo termine, che partecipare degli ultimi intrinsechi suoi; perché cosí se sei uomo stimato godi anche tu della sua grandezza, e qualche volta piú che quell’altro con chi fa piú a sicurtá, e nella ruina sua puoi sperare di salvarti.

101. A salvarsi da uno tiranno bestiale e crudele non è regola o medicina che vaglia, eccetto quella che si dá alla peste: fuggire da lui el piú discosto ed el piú presto che si può.

102. Uno assediato che aspetta soccorso, publica sempre le necessitá sue molto maggiore che non sono; quello che non lo aspetta, non gli restando altro disegno che lo straccare lo inimico, ed a questo effetto torgli ogni speranza, le cuopre sempre e publica minore.

103. Fa el tiranno ogni possibile diligenzia per scoprire el segreto del cuore tuo, con farti carezze, con ragionare teco lungamente, col farti osservare da altri che per ordine suo si intrinsicano teco, dalle quali rete tutte è difficile guardarsi; e però se tu vuoi che non ti intenda, pènsavi diligentemente e guardati con somma industria da tutte le cose che ti possono scoprire, usando tanta diligenzia a non ti lasciare intendere quanta usa lui a intenderti.

104. È lodato assai negli uomini, ed è grato a ognuno lo essere di natura liberi e reali, e come si dice in Firenze, schietti; è biasimata da altro canto ed è odiosa la simulazione, ma è molto piú utile a sé medesimo; e quella realitá giova piú presto a altri che a sé. Ma perché non si può negare