Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/325

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serie seconda 319

154. Sono infiniti e’ segreti di uno principe, infinite le cose a che bisogna consideri; però è temeritá essere pronto a fare giudicio delle azione loro, accadendo spesso che quello tu credi che lui faccia per uno rispetto sia fatto per un altro; quello che ti pare fatto a caso o imprudentemente, sia fatto a arte e prudentissimamente.

155. Dicesi che chi non sa bene tutti e’ particulari non può giudicare bene; e nondimeno io ho visto molte volte, che chi non ha el giudicio molto buono giudica meglio se ha solo notizia della generalità, che quando gli sono mostri tutti e’ particulari; perché in sul generale se gli appresenterá spesso la buona resoluzione, ma come ode tutti e’ particulari, si confonde.

156. Io sono stato di natura molto resoluto e fermo nelle azioni mie, e nondimeno come ho fatto una resoluzione importante, mi accade spesso una certa quasi penitenzia del partito che ho preso; il che procede non perché io creda che se io avessi di nuovo a deliberare io deliberassi altrimenti, ma perché innanzi alla deliberazione avevo piú presente agli occhi le difficultá dell’una e dell’altra parte, dove, preso el partito, né temendo piú quelle che col deliberare ho fuggite, mi si apresentono solamente quelle con chi mi resta a combattere, le quali considerate per sé stesse paiono maggiore che non parevano quando erano paragonate con l’altre; donde séguita che a liberarsi da questo tormento bisogna con diligenzia rimettersi innanzi agli occhi anche le altre difficultá che avevi poste da canto.

157. Non è bene vendicarsi nome di essere sospettoso, di essere sfiducciato; nondimeno l’uomo è tanto fallace, tanto insidioso, procede con tante arte sí indirette, sí profonde, è tanto cupido dello interesse suo, tanto poco respettivo a quello di altri, che non si può errare a credere poco, a fidarsi poco.