Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/382

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senta. Nel n. 48: B, E, F, Co, sospesi; D, Si, sospetti. Nel n. 73: B, E, Si, avere in rispetto; D, Co, avere rispetto; F, avere il ri- spetto. Nel n. 85: B, e fare ogni dimostrazione; D, E, F, e far gran dimostrazione; Co, in far gran dimostrazione; Si, e far dimo- strazione. Nel n. 151: B, nel fare bene e congniamente le sue; D, in far le sue bene; F, in far tutte le sue cose bene; Co, in far quello che hai da fare, bene; Si, in far la sua bene. Ci si consenta ora una ipotetica considerazione che può esser suggerita da alcuni degli esempi citati. Se del ricordo 91, non avessimo altri esemplari che Co, Si, E, F, la lezione della pre- sente raccolta A apparirebbe sicura: «buonissima comparazione», ma il fatto che D legge, come B: «nobilissima comparazione», ci obbliga ad attribuire la diversa lezione aU’opera arbitraria di un primo copista. Tanto piú che il fenomeno si verifica con fre- quenza (v. i ricordi 37, 155, 157), e non si può pensare che un amanuense, alterando a capriccio il testo di A, sia venuto per caso a ricostruire, ripetutamente, la lezione di B che non poteva conoscere. Questa considerazione, e il fatto che non possiamo sapere quanti manoscritti della raccolta A ci sieno ancora ignoti o sieno andati perduti, consiglia ad andar molto cauti nell’affer- mare che dove A differisce da B si tratta di altra redazione guic- ciardiniana e non di rifacimenti di copisti. Si aggiunga che qualche singolare osservazione può farsi anche esaminando l’autografo B. Nel ricordo 74 (... non misurano apunto quello che tu puoi o [non] puoi fare...) le parole in corsivo sono dall’autore aggiunte in margine. È certo che correggendo egli tralasciò, per semplice svista il ?ion. In questo luogo Si e F leggono: «tu puoi fare»; Co, «tu puoi o non puoi fare»; D, «tu puoi e non puoi fare». Se il Guicciardini aveva scritto in A «tu puoi», e corretto in B «tu puoi o non puoi», come si spiega che Co e D abbiano l’ultima lezione di B? E se invece aveva giá scritto «tu puoi o non puoi» e la correzione di B non fa che emendare un errore di copia dell’autore, come si spiega la lezione di Si e di F? Una sola ipotesi permetterebbe di superare questa difficolta: che cioè da casa Guicciardini partisse in quel tempo piú di una copia, e non solo quella all’Orsini: di due copisti che si trovarono di fronte a quel «tu puoi o puoi fare», il piú intelligente avrebbe supplito il non che mancava; l’altro avrebbe tolto senz’altro quel- l’«o puoi» che non riusciva a capire.