Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/101

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libro primo — cap. xvi 95

immoderati i quali per ultimo per la parte sua si proponevano, egli con gesti impetuosi, tolta di mano del secretario quella scrittura la stracciò innanzi agli occhi del re, soggiugnendo con voce concitata:

— Poiché si domandano cose sí disoneste, voi sonerete le vostre trombe e noi soneremo le nostre campane. — Volendo espressamente inferire che le differenze si deciderebbono con l’armi; e col medesimo impeto, andandogli dietro i compagni, si partí subito della camera. Certo è che le parole di questo cittadino, noto prima a Carlo e a tutta la corte perché pochi mesi innanzi era stato in Francia imbasciadore de’ fiorentini, messono in tutti tale spavento, non credendo massime che tanta audacia fusse in lui senza cagione, che richiamatolo, e lasciate le dimande alle quali si ricusava di consentire, si convennono insieme il re e i fiorentini in questa sentenza: che rimesse tutte le ingiurie precedenti, la cittá di Firenze fusse amica, confederata e in protezione perpetua della corona di Francia: che in mano del re, per sicurtá sua, rimanessino la cittá di Pisa, la terra di Livorno, con tutte le loro fortezze: le quali fusse obligato a restituire senza alcuna spesa a fiorentini subito che avesse finito l’impresa del regno di Napoli, intendendosi finita ogni volta che avesse conquistata la cittá di Napoli o composto le cose con pace o con tregua di due anni o che per qualunque causa la persona sua d’Italia si partisse, e che i castellani giurassino di presente di restituirle ne’ casi sopradetti, e in questo mezzo il dominio, la giurisdizione, il governo, l’entrate delle terre fussino de’ fiorentini, secondo il solito; e che le cose medesime si facessino di Pietrasanta, di Serezana e di Serezanello, ma che, per pretendere i genovesi d’avere ragione in queste, fusse lecito al re procurare di terminare le differenze loro o per concordia o per giustizia, ma che non l’avendo terminate nel soprascritto tempo, le restituisse a’ fiorentini: che ’l re potesse lasciare in Firenze due imbasciadori, senza intervento de’ quali, durante la detta impresa, non si trattasse cosa alcuna appartenente a quella; né potessino nel tempo medesimo eleggere senza sua partecipazione capitano generale delle genti loro: restituissinsi subito