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libro secondo — cap. vi 151

Carlo pigliasse in protezione con certi capitoli quella cittá, obligandosi alla difesa di tutto lo stato possedevano; eccetto che di Montepulciano, del quale disse non volere né per i fiorentini né per i sanesi intromettersi; e la comunitá di Siena, con tutto che di questo non si facesse menzione nella capitolazione, elesse, con consentimento di Carlo, Ligní per suo capitano, promettendogli ventimila ducati per ciascun anno, con obligazione di tenervi un luogotenente con trecento fanti per guardia della piazza: che vi lasciò di quegli che erano con l’esercito franzese. La vanitá delle quali deliberazioni presto apparí, perché non molto dipoi l’ordine de’ nove, vendicatasi con l’armi la solita autoritá, cacciò di Siena la guardia, e licenziò monsignore di Lilla che Carlo v’aveva lasciato per suo imbasciadore.


VI

I preparativi de’ collegati contro i francesi. Intimazioni e minacce di Lodovico Sforza al duca d’Orliens che si fortifica in Asti. Il duca d’Orliens occupa Novara. Fazione di Vigevano.

Ma giá le cose di Lombardia non mediocremente travagliavano; perché da’ viniziani e da Lodovico Sforza, il quale aveva ne’ medesimi dí ricevuto da Cesare con grandissima solennitá i privilegi della investitura del ducato di Milano, e prestato, agli imbasciadori che gli aveano portati, publicamente l’omaggio e il giuramento della fedeltá, si facevano grandissime provisioni per impedire a Carlo la facoltá di ritornarsene in Francia, o almeno per assicurare il ducato di Milano, per il quale egli aveva ad attraversare per tanto spazio di paese: e a questo effetto, avendo ciascun di loro riordinato le sue genti, avevano, parte a comune parte in proprio, condotto di nuovo molti uomini d’arme, e dopo varie difficoltá ottenuto che Giovanni Bentivogli, preso lo stipendio comune da loro, aderisse alla lega, con la cittá di Bologna. Armava