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libro secondo — cap. vii 155

VII

A Poggibonsi Gerolamo Savonarola incita inutilmente Carlo VIII a restituire le terre ai fiorentini. Contrastanti promesse del re ai pisani ed ai fiorentini. Carlo manda parte delle truppe contro Genova. Saccheggio di Pontremoli.

La nuova della ribellione di Novara sollecitò Carlo, che era a Siena, ad accelerare il cammino; e perciò, per fuggire qualunque occasione che lo potesse ritardare, avendo notizia che i fiorentini, ammuniti da’ pericoli passati e insospettiti perché Piero de’ Medici lo seguitava, benché ordinassino di riceverlo in Firenze con grandissimi onori, empievano per sicurtá loro la cittá d’armi e di genti, passò a Pisa per il dominio fiorentino, lasciata la cittá di Firenze alla mano destra. Al quale si fece incontro, nella terra di Poggibonzi, Ieronimo Savonarola, e interponendo, come era solito, nelle parole sue l’autoritá e il nome divino, lo confortò con grandissima efficacia a restituire le terre a’ fiorentini; aggiugnendo alle persuasioni gravissime minaccie, che se e’ non osservava quel che con tanta solennitá, toccando con mano gli evangeli e quasi innanzi agli occhi di Dio, avea giurato, sarebbe presto punito da Dio rigidamente. Fecegli il re, secondo la sua incostanza, quivi, e il dí seguente in Castelfiorentino, varie risposte: ora promettendo di restituirle come fusse arrivato in Pisa, ora allegando in contrario della fede data, perché affermava di avere, innanzi al giuramento prestato in Firenze, promesso a’ pisani di conservargli in libertá; e nondimeno dando continuamente agli oratori de’ fiorentini speranza della restituzione, come a Pisa fusse arrivato. In Pisa fu di nuovo questa materia proposta nel consiglio reale; perché accrescendosi ogni dí piú la fama degli apparati e dell’unirsi appresso a Parma le forze de’ collegati, si cominciavano pure a considerare le difficoltá del passare per Lombardia, e però erano desiderati da molti i danari e gli aiuti offerti da’ fiorentini. Ma a questa deliberazione furono contrari i medesimi che in