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diventato maggiore Pandolfo, poté poco poi fare ammazzare il suocero, che troppo arditamente attraversava i suoi disegni; e tolto via questo emulo e spaventati gli altri, confermarsi ogni dí piú nella tirannide.

Privati per questa concordia i viniziani della speranza di divertire, per la via di Siena, i fiorentini dalla impresa contro a’ pisani, né avendo potuto ottenere da’ perugini di muovere l’armi per il territorio loro, deliberorono di turbargli dalla parte di Romagna; sperando di occupare facilmente, col favore e aderenze vecchie che vi aveva Piero de’ Medici, i luoghi tenuti da loro nello Apennino. Però, ottenuto dal piccolo signore di Faenza il passo per la valle di Lamone, con una parte delle genti che avevano in Romagna, con le quali si congiunseno Piero e Giuliano de’ Medici, occuporono il borgo di Marradi posto in su lo Apennino, da quella parte che guarda verso Romagna; dove non ebbono resistenza perché Dionigi di Naldo, uomo della medesima valle, soldato con trecento fanti da’ fiorentini perché insieme co’ paesani lo difendesse, menò seco sí pochi fanti che non ebbe ardire di fermarvisi: e si accamporono alla rocca di Castiglione, che è in luogo eminente sopra al borgo predetto, sperando di ottenerla, se non per altro modo, per il mancamento che sapevano esservi di molte cose e specialmente d’acqua; e ottenendola rimaneva libera la facoltá di passare nel Mugello, paese vicino a Firenze. Ma alle piccole provisioni che vi erano dentro supplí la costanza del castellano, e al mancamento dell’acqua l’aiuto del cielo: perché una notte piovve tanto che, ripieni tutti i vasi e citerne, restorono liberi da questa difficoltá; e in questo mezzo il conte Renuccio, col signore di Piombino e alcuni piccoli condottieri, accostatosi per la via di Mugello in luogo propinquo agli inimici, gli costrinse a ritirarsi quasi fuggendo, perché facendo fondamento nella prestezza non erano andati a quella impresa molto potenti; e giá il conte di Gaiazzo, mandato dal duca di Milano a Cotignuola con trecento uomini d’arme e mille fanti, e il Fracassa soldato del medesimo duca, che con cento uomini d’arme era a Furlí, si ordinavano per