Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/363

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libro quarto — cap. ix 357

stato due giorni intorno ad Alessandria e battendola con l’artiglierie, Galeazzo, con cui erano mille dugento uomini d’arme mille dugento cavalli leggieri e tremila fanti, la notte del terzo dí, non conferiti i suoi pensieri ad alcuno degli altri capitani eccetto che a Lucio Malvezzo, accompagnato da una parte de’ cavalli leggieri, fuggí occultamente di Alessandria, dimostrando, con grandissimo suo vituperio ma non con minore infamia della prudenza di Lodovico, a tutto il mondo quanta differenza sia da maneggiare uno corsiere e correre nelle giostre e ne’ torniamenti grosse lancie, ne’ quali esercizi avanzava ogn’altro italiano, a essere capitano di uno esercito; e con quanto danno proprio si ingannano i príncipi che, nel fare elezione delle persone alle quali commettono le faccende grandi, hanno piú in considerazione il favore di chi eleggono che la virtú. Ma come la partita di Galeazzo fu nota per Alessandria, tutto il resto della gente cominciò tumultuosamente chi a fuggire chi ad ascondersi; con la quale occasione entratovi in sul fare del dí l’esercito franzese, non solo messe in preda i soldati che vi restavano ma con la licenza militare saccheggiò tutta la cittá. È fama che Galeazzo avea ricevuto lettere, scritte col nome e col suggello di Lodovico Sforza, che gli comandavano che per essere nato certo movimento in Milano si ritirasse lá subito con tutte le genti; e alcuno dubitò poi che non fussino state fabricate falsamente dal conte di Gaiazzo, per facilitare con questa arte la vittoria de’ franzesi: le quali lettere Galeazzo era poi solito a mostrare per sua giustificazione, come se per quelle gli fusse stato commesso, non che conducesse lo esercito salvo e in caso conoscesse poterlo fare, ma che temerariamente l’abbandonasse. Ma questo non è tanto certo quanto è certo a ciascuno che, se in Galeazzo fusse stato o consiglio di capitano o animo militare, arebbe potuto facilmente difendere Alessandria e la maggiore parte delle cose di lá da Po, con le genti che aveva, anzi arebbe forse avuto qualche prospero successo: perché avendo, pochi dí innanzi, passato il fiume della Bornia una parte dello esercito franzese e, per essere sopravenute grosse pioggie, trovandosi rinchiusa tra i