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erano dominate da vicari particolari; Cesena, signoreggiata lungamente dalla famiglia de’ Malatesti, morendo non molti anni innanzi senza figliuoli Domenico ultimo vicario di quella cittá, era ritornata sotto l’imperio della Chiesa. Perciò il pontefice, pretendendo che quelle cittá fussino per diverse cause devolute alla sedia apostolica e volere reintegrarla nelle sue antiche giurisdizioni, ma con intenzione veramente di attribuirle a Cesare suo figliuolo, avea convenuto col re di Francia che, acquistato che avesse il ducato di Milano, gli desse aiuto a ottenere solamente quelle che erano possedute da’ vicari, e oltre a queste la cittá di Pesero della quale era vicario Giovanni Sforza giá suo genero; perché la grandezza de’ viniziani non permetteva che contro a loro si distendessino questi pensieri: i quali né si distendevano, per allora, a quelle piccole terre che, contigue al fiume del Po, erano tenute dal duca di Ferrara. Ottenute adunque il Valentino le genti dal re, e aggiunte a quelle le genti della Chiesa, entrato in Romagna, ottenne subito la cittá d’Imola per accordo, negli ultimi dí dell’anno mille quattrocento novantanove.

Nel quale anno Italia, conquassata da tanti movimenti, aveva similmente sentite le armi de’ turchi; perché, avendo Baiseth ottomanno assaltato per mare con potente armata i luoghi che in Grecia tenevano i viniziani, mandò per terra seimila cavalli a predare la regione del Frioli; i quali, trovato il paese non guardato né sospettando di tale accidente, corsono predando e ardendo insino a Liquenza; e avendo fatto quantitá innumerabile di prigioni, quando, ritornandosene, giunsono alla ripa del fiume del Tigliavento, per camminare piú espediti, riserbatasi quella parte quale stimorono potere condurre seco, ammazzorono crudelissimamente tutti gli altri. Né procedendo anche prosperamente le cose in Grecia, Antonio Grimanno, capitano generale dell’armata opposta da’ viniziani alla armata del turco, accusato che non avesse usata l’occasione di vincere gli inimici che uscivano del porto della Sapienza, e un’altra volta alla bocca del golfo di Lepanto, datogli il successore, fu citato a Vinegia, e commessa la co-