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84 storia d'italia

non solo in generale ma in tutti i particolari, le medesime ragioni, se le cose non sono regolate con la medesima prudenza, e se, oltre a tutti gli altri fondamenti, non v’ha la parte sua la medesima fortuna. Con questa determinazione partito da Firenze, ebbe, innanzi che arrivasse al re, avviso che i cavalli di Pagolo Orsino e trecento fanti mandati da’ fiorentini per entrare in Serezana erano stati rotti da alcuni cavalli de’ franzesi corsi di qua dalla Magra, e restati la maggiore parte o morti o prigioni. Aspettò a Pietrasanta il salvocondotto regio, dove andorno per condurlo sicuro il vescovo di San Malò e alcun’altri signori della corte; dai quali accompagnato entrò in Serezana il dí medesimo che il re col resto dell’esercito si uní con l’antiguardia, la quale accampata a Serezanello batteva quella rocca, ma non con tale progresso che avessino speranza di espugnarla. Introdotto innanzi al re, e da lui raccolto benignamente piú con la fronte che con l’animo, mitigò non poco della sua indegnazione col consentire a tutte le sue dimande, che furono alte e immoderate: che le fortezze di Pietrasanta e di Serezana e Serezanello, terre che da quella parte erano come chiave del dominio fiorentino, e le fortezze di Pisa e del porto di Livorno, membri importantissimi del loro stato, si deponessino in mano del re; il quale per uno scritto di mano propria s’obligasse a restituirle come prima avesse acquistato il regno di Napoli: procurasse Piero che i fiorentini gli prestassino dugentomila ducati, e gli ricevesse il re in confederazione e sotto la sua protezione: delle quali cose, promesse con semplici parole, si differisse a espedirne le scritture in Firenze, per la quale cittá il re intendeva di passare. Ma non si differí giá la consegnazione delle fortezze, perché Piero gli fece subito consegnare quelle di Serezana, di Pietrasanta e di Serezanello, e pochi dí poi fu per ordine suo fatto il medesimo di quelle di Pisa e di Livorno; maravigliandosi grandemente tutti i franzesi che Piero cosí facilmente avesse consentito a cose di tanta importanza, perché il re senza dubbio arebbe convenuto con molto minori condizioni. Né pare in questo luogo da pretermettere quel che