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libro sesto ‐ cap. viii 127

anno delle terre suddite a’ turchi copia grandissima di frumento, dava loro non piccole difficoltá l’essere privati di tale comoditá; ma molto piú perché, soliti ad accrescere lo imperio loro nelle guerre con gli altri príncipi, niuna cosa avevano piú in orrore che la potenza degli otomanni, da’ quali qualunque volta avevano avuta guerra insieme erano stati battuti: perché e Amurato avolo di Baiseth aveva occupato la cittá di Tessalonica, oggi Salonich, appartenente al dominio veneto, e poi Maumeth suo padre, avendo avuto sedici anni continua guerra con essi, tolse loro l’isola di Negroponte, una parte grande del Peloponneso oggi detta la Morea, Scudri e molte altre terre in Macedonia e in Albania. In modo che, sostenendo la guerra co’ turchi con gravissime difficoltá e spese smisurate e senza speranza di conseguirne frutto alcuno, e oltre a questo temendo tanto piú di non essere assaltati nel tempo medesimo dagli altri príncipi cristiani, erano sempre desiderosissimi di avere la pace con loro. Fu lecito a Baiseth, per le condizioni dell’accordo, ritenersi tutto quello che aveva occupato; e i viniziani, ritenendosi l’isola di Cefalonia anticamente detta Leucade, furno costretti a restituirgli l’isola di Nerito, oggi denominata Santa Maura.


IX

Commercio de’ portoghesi coll’Oriente e danno derivatone a’ veneziani. Cristoforo Colombo e la scoperta delle nuove terre a occidente. Errori degli antichi rivelati dalle nuove scoperte.

Ma non aveva dato tanta molestia a’ viniziani la guerra de’ turchi quanta molestia e detrimento dette l’essere stato intercetto dal re di Portogallo il commercio delle spezierie, le quali i mercanti e i legni loro conducendo da Alessandria, cittá nobilissima, a Vinegia, spargevano con grandissimo guadagno per tutte le provincie della cristianitá. La quale cosa, essendo stata delle piú memorabili che da molti secoli in qua