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138 storia d'italia

non godeva i frutti della pace. Perché i soldati spagnuoli, creditori giá delle paghe di piú di uno anno, non contenti che ’l gran capitano, perché si sostentassino insino che avesse proveduto a’ danari, gli aveva alloggiati in diversi luoghi ne’ quali vivevano a spese de’ popoli, ma prestate indiscretissimamente ad arbitrio loro (al che i soldati hanno dato nome di alloggiamento a discrezione), rotti i freni dell’ubbidienza erano, con grandissimo dispiacere del gran capitano, entrati in Capua e in Castell’a mare, onde recusando di partirsi se non si numeravano loro gli stipendi giá corsi, né a questo, perché importavano quantitá grandissima di danari, potendo provedersi senza aggravare eccessivamente il reame esausto per le lunghe guerre e consumato, erano miserabili le condizioni degli uomini, non essendo meno grave la medicina che la infermitá che si cercava di curare: cose tanto piú moleste quanto piú erano nuove e fuora degli esempli passati. Perché se bene dopo i tempi antichi, ne’ quali la disciplina militare s’amministrava severamente, i soldati erano stati sempre licenziosi e gravi a’ popoli, nondimeno, non disordinate ancora in tutto le cose, vivevano in gran parte de’ soldi loro né passava a termini intollerabili la loro licenza. Ma gli spagnuoli primi in Italia cominciorno a vivere totalmente delle sostanze de’ popoli, dando cagione e forse necessitá a tanta licenza l’essere dai suoi re, per l’impotenza loro, male pagati: dal quale principio ampliandosi la corruttela, perché l’imitazione del male supera sempre l’esempio come per il contrario l’imitazione del bene è sempre inferiore, cominciorno poi e gli spagnuoli medesimi e non meno gli italiani a fare, o siano pagati o non pagati, il medesimo; talmente che con somma infamia della milizia odierna, non sono piú sicure dalla sceleratezza de’ soldati le robe degli amici che degli inimici.