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libro settimo ‐ cap. vii 201

imperio: e il medesimo, oltre al pontefice, gli significavano i viniziani, mossi dal medesimo timore della venuta del re di Francia in Italia con tanto esercito. Le quali cose intese, Massimiliano, cupidissimo per sua natura di cose nuove, essendo in quegli dí ritornato di Fiandra, dove invano tentò di assumere il governo del nipote, aveva convocato nella cittá di Gostanza i príncipi di Germania e le terre franche (chiamano terre franche quelle cittá che, riconoscendo in certi pagamenti determinati l’autoritá dello imperio, si governano in tutte l’altre cose per se stesse, intente non ad ampliare il loro territorio ma a conservare la propria libertá). Dove concorsono i baroni e príncipi e i popoli di tutta Germania, forse piú prontamente e in maggiore numero che fussino, giá lunghissimo tempo, concorsi a dieta alcuna: conciossiaché vi convennono personalmente tutti gli elettori, tutti i príncipi ecclesiastici e secolari della Alamagna, da quegli in fuora che erano ritenuti da qualche giusto impedimento, per i quali nondimeno vi vennono o figliuoli o fratelli o altre congiuntissime persone, che rappresentavano il nome loro; e similmente tutte le terre franche vi mandorono imbasciadori. I quali come furono congregati, Cesare fece leggere il breve del pontefice, e molte lettere per le quali gli era di vari luoghi significato il medesimo; e in alcuna delle quali era espresso essere la intenzione del re di Francia di collocare nella sedia pontificale il cardinale di Roano, e da lui ricevere la corona imperiale: per i quali avvisi essendo giá concitati gli animi di tutti in grandissima indegnazione, Cesare, cessato che fu lo strepito, parlò in questa sentenza:

— Giá vedete, nobilissimi elettori e príncipi e spettabili oratori, che effetti abbia prodotti la pazienza che abbiamo avuta per il passato; giá, che frutto abbia partorito l’essere state disprezzate le querele mie in tante diete. Giá vedete che il re di Francia, il quale non ardiva prima, se non con grandi occasioni e con apparenti colori, tentare le cose appartenenti al sacro imperio, ora apertamente si prepara non per difendere, come altre volte ha fatto, i ribelli nostri, non per occupare