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212 storia d'italia

mezzo del re di Francia, aveva sperato di potere con l’autoritá sua, quando era a Napoli, indurre i pisani a ricevere con oneste condizioni il dominio de’ fiorentini, i quali gli promettevano, succedendo questo, di confederarsi seco e di donargli in certi tempi cento ventimila ducati; ma non avendo trovata ne’ pisani quella corrispondenza della quale gli aveano prima data intenzione, per interrompere che il premio non fusse solamente del re di Francia, aveva detto apertamente agli oratori de’ fiorentini che, in qualunque modo tentassino di recuperare Pisa senza l’aiuto suo, farebbe loro manifesta opposizione; e al re di Francia, per rimuoverlo da’ pensieri di tentare l’armi, ora mostrava di confidare di indurgli a qualche composizione ora diceva i pisani essere sotto la sua protezione: benché questo fusse falso, perché era vero i pisani averla piú volte dimandata e offerto di dargli assolutamente il dominio, ma egli, dando loro sempre speranza di ricevergli, e facendo fare il medesimo piú amplamente al gran capitano, non mai l’aveva accettato. Ma in Savona, discussa piú particolarmente questa materia, conchiusono essere bene che Pisa ritornasse sotto i fiorentini; ma che ciascuno di loro ne ricevesse premio. Le quali cose furno cagione che i fiorentini, per non offendere l’animo del re di Aragona, pretermessono di dare quello anno il guasto alle ricolte de’ pisani: cosa nella quale avevano molta speranza, perché Pisa era molto esausta di vettovaglie, e tanto debole di forze che le genti de’ fiorentini correvano per tutto il paese insino alle porte; e i contadini, piú potenti di numero d’uomini in Pisa che i cittadini, essendo loro molestissimo il perdere il frutto delle fatiche loro di tutto l’anno, cominciavano a rimettere assai della solita ostinazione. Né a’ pisani concorrevano piú gli aiuti soliti de’ vicini; perché ne’ genovesi battuti da tante calamitá non erano piú i medesimi pensieri, Pandolfo Petrucci recusava lo spendere, e i lucchesi, con tutto che sempre occultamente di qualche cosa gli sovvenissino, non potevano soli tanta spesa sostenere.

Partirono da Savona con le medesime dimostrazioni di concordia e di amore dopo quattro giorni i due re; l’uno per