Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/220

Da Wikisource.
214 storia d'italia

e autoritá alla causa sua, dimostrando essergli fisso nell’animo il patrocinio della Chiesa, aveva per sue lettere significato al pontefice e al collegio de’ cardinali avere dichiarato il re di Francia ribelle e inimico del sacro imperio, perché era venuto in Italia per trasferire nella persona del cardinale di Roano la degnitá pontificale e in sé la imperiale, e per ridurre Italia tutta in acerba soggezione; prepararsi per venire a Roma per la corona, e per stabilire la sicurtá e la libertá comune; e che a sé, per la degnitá imperiale avvocato della Chiesa e per la propria pietá desiderosissimo di esaltare la sedia apostolica, non era stato conveniente aspettare d’essere richiesto o pregato di questo, perché sapeva il pontefice per paura di tanti mali essersi fuggito da Bologna, e la medesima paura impedire che né egli né il collegio non facessino intendere i loro pericoli e dimandassino d’essere soccorsi. Significate adunque in Italia per vari avvisi le cose che in Germania si trattavano, traportate ancora dalla fama maggiore che la veritá, e accrescendo fede a quel che publicamente se ne diceva i preparamenti grandissimi che faceva il re di Francia, il quale si credeva che non temesse senza cagione, molto commossono gli animi di tutti, chi per cupiditá di cose nuove chi per speranza chi per timore; in modo che il pontefice mandò legato a Cesare il cardinale di Santa Croce; e i viniziani, i fiorentini e, dal marchese di Mantova in fuora, tutti quegli che in Italia dependevano da se medesimi, gli mandorno, o sotto nome di imbasciadori o sotto altro nome, uomini propri. Le quali cose angustiavano molto l’animo del re di Francia, incerto della volontá de’ viniziani, e incertissimo di quella del pontefice, sí per l’altre cagioni antiche e specialmente per l’avere eletto a questa legazione il cardinale di Santa Croce, desideroso molto per antica inclinazione della grandezza di Cesare. E certamente la volontá del pontefice non che fusse manifesta agli altri non era nota a se stesso; perché avendo l’animo pieno di mala sodisfazione e di sospetti del re di Francia, talvolta, per liberarsene, la venuta di Cesare desiderava, talvolta la memoria delle antiche controversie tra i pontefici e gli impe-