Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/299

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libro ottavo ‐ cap. ix 293

col medesimo impeto la terra e le fortezze di Lignago, terra molto opportuna a perturbare tutti i contadi di Verona di Padova e di Vicenza. Tentorno oltre a questo di pigliare la torre Marchesana distante otto miglia da Padova, passo opportuno a entrare nel Pulesine di Rovigo e offendere il paese di Mantova; ma non l’ottennono, perché il cardinale da Esti la soccorse con gente e con artiglierie.

Non ritardò il caso di Padova, come molti aveano creduto, la ritornata del re di Francia di lá da’ monti; il quale, mentre partiva, fece nella terra di Biagrassa col cardinale di Pavia, legato del pontefice, nuove convenzioni. Per le quali il pontefice e il re, obligatisi alla protezione l’uno dell’altro, convennono di potere ciascuno di loro con qualunque altro principe convenire, purché non fusse in pregiudicio della presente confederazione. Promesse il re non tenere protezioni, né accettarne in futuro, di alcuno suddito o feudatario o che dependesse mediatamente o immediatamente dalla Chiesa, annichilando espressamente tutte quelle che insino a quel dí avesse ricevute: promessa poco conveniente all’onore di tanto re, perché non molto innanzi essendo venuto a lui il duca di Ferrara, con tutto che prima si fusse sdegnato che senza sua saputa avesse accettato il gonfalonierato della Chiesa, riconciliatosi seco e ricevuti trentamila ducati, l’avea ricevuto nella sua protezione. Convenneno che i vescovadi che allora vacavano in tutti gli stati del re ne disponesse ad arbitrio suo il pontefice, ma che quegli che in futuro vacassino si conferissino secondo la nominazione che ne farebbe il re; al quale per sodisfare piú, mandò il pontefice per il medesimo cardinale di Pavia al vescovo di Albi le bolle del cardinalato, promettendo dargli le insegne di quella degnitá subito che andasse a Roma. Fatta questa convenzione, il re senza dilazione si partí d’Italia, riportandone in Francia gloria grandissima per la vittoria tanto piena e acquistata con tanta celeritá contro a’ viniziani: e nondimeno, come nelle cose che dopo lungo desiderio s’ottengono non truovano quasi mai gli uomini né la gioconditá né la felicitá che prima s’aveano immaginata,