Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/31

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libro quinto ‐ cap. v 25

sceleratezze degne di eterna infamia, che essendone rifuggite in una torre molte che avevano scampato il primo impeto, il duca Valentino, il quale con titolo di luogotenente del re seguitava l’esercito, non con altre genti che co’ suoi gentiluomini e con la sua guardia, le volle vedere tutte, e consideratele diligentemente ne ritenne quaranta delle piú belle. Rimasono prigioni Fabrizio Colonna don Ugo di Cardona e tutti gli altri capitani e uomini di condizione, tra’ quali Renuccio da Marciano, che il dí che si dette l’assalto era stato ferito da una freccia di balestra; ed essendo in mano d’uomini del Valentino sopravisse due dí, non senza sospetto di morte procurata. Con la perdita di Capua fu troncata ogni speranza di potere piú difendere cosa alcuna. Arrendessi senza dilazione Gaeta; ed essendo Obigní venuto con l’esercito ad Aversa, Federigo, abbandonata la cittá di Napoli, la quale si accordò subito con condizione di pagare sessantamila ducati a’ vincitori, si ritirò in Castelnuovo; e pochi dí poi convenne con Obigní di consegnargli fra sei dí tutte le terre e le fortezze che si tenevano per lui, della parte la quale, secondo la divisione fatta, apparteneva al re di Francia, ritenendosi solamente l’isola di Ischia per sei mesi: nel quale spazio di tempo gli fusse lecito di andare in qualunque luogo gli paresse eccetto che per il regno di Napoli, e di mandare a Taranto cento uomini d’arme; potesse cavare qualunque cosa di Castelnuovo e di Castel dell’Uovo, eccetto che l’artiglierie che vi rimasono del re Carlo; fusse data venia a ciascuno delle cose fatte dappoi che Carlo acquistò Napoli, e i cardinali Colonna e di Aragona godessino l’entrate ecclesiastiche che avevano nel regno.

Ma nella rocca di Ischia certamente si veddono accumulate, con miserabile spettacolo, tutte le infelicitá della progenie di Ferdinando vecchio. Perché oltre a Federigo, spogliato nuovamente di regno sí preclaro, ansio ancora piú della sorte di tanti figliuoli piccoli e del primogenito rinchiuso in Taranto che della propria, era nella rocca Beatrice sua sorella; la quale, poiché dopo la morte di Mattia famosissimo re di Ungheria, suo marito, ebbe promessa di matrimonio da Uladislao