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che l’alloggiamento si faceva, ed essendo giá vicina la notte stettono dubbi o d’appiccare subito il fatto d’arme o di differire la battaglia al dí seguente; e consigliavano Ivo d’Allegri e il principe di Melfi che si indugiasse al dí seguente, nel qual dí speravano che gli spagnuoli, necessitati dal mancamento delle vettovaglie, avessino a muoversi, onde fuggirsi oltre alla propinquitá della notte il disavvantaggio di assaltargli nel proprio alloggiamento, non sapendo massimamente la disposizione di quello; ma, disprezzando impetuosamente Nemors il consiglio piú salutifero, assaltorono gli spagnuoli con furore grande; combattendo con la medesima ferocitá i svizzeri. Ed essendosi, o per caso o per altro, attaccato il fuoco alla munizione degli spagnuoli, Consalvo, abbracciato l’augurio, con franco animo gridò: — Noi abbiamo vinto; Iddio ci annunzia manifestamente la vittoria, dandoci segno che non ci bisogna piú adoperare l’artiglieria. —

Varia è la fama del progresso della battaglia. I franzesi publicorono, le genti loro avere nel primo congresso rotta la fanteria spagnuola, arrivati alla artiglieria avere arsa la polvere ed essersene insignoriti; ma che, sopravenuta la notte, le genti d’arme avevano percosso per errore nella fanteria propria, per il quale disordine gli spagnuoli essersi rifatti. Ma dagli altri fu publicato che, per la difficoltá di passare il fosso, i franzesi cominciando ad avvilupparsi tra loro medesimi si messeno in fuga, non meno per disordine proprio che per virtú degl’inimici; essendo massime spaventati per la morte di Nemors, il quale combattendo ferocemente tra i primi, e riscaldando i suoi a passare il fosso, cadde percosso d’uno scoppio. Altri, piú particolarmente, che Nemors, disperato di spuntare il fosso, volendo girare la gente al fianco del campo per fare pruova d’entrare da quella banda, fece gridare: — a dietro, a dietro, — la qual voce a chi non sapeva la cagione dava segno di fuggire; e la morte sua, che essendo nel primo squadrone nel medesimo tempo sopravenne, voltò tutto l’esercito in fuga manifesta. Rimuovono alcuni altri dal viceré la infamia d’avere contro al consiglio degli altri combattuto, anzi la trasferiscono