Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/10

Da Wikisource.
4 storia d'italia

basterebbono similmente pochi a fargli ritirare. Cosí stando ostinato a non augumentare le pensioni, non si otteneva ne’ consigli de’ svizzeri di rinnovare seco la confederazione, con tutto che confortata da molti di loro, a’ quali privatamente ne perveniva grandissima utilitá; e per la medesima cagione piú facilmente consentirono alla confederazione dimandata dal pontefice.

Per la quale nuova confederazione parendogli avere fatto fondamento grande a’ pensieri suoi, e oltre a questo procedendo per natura in tutte le cose come se fusse superiore a tutti e come se tutti fussino necessitati a ricevere le leggi da lui, seminava origine di nuovo scandolo col duca di Ferrara: o mosso veramente dalla cagione che venne in disputa tra loro o per lo sdegno conceputo contro di lui che, ricevuti da sé tanti benefici e onori, dependesse piú dal re di Francia che da lui. Quale si fusse la cagione, cercando principio di controversie, comandò imperiosamente ad Alfonso che desistesse da fare lavorare sali a Comacchio, perché non era conveniente che quel che non gli era lecito fare quando i viniziani possedevano Cervia gli fusse lecito possedendo la sedia apostolica, di cui era il diretto dominio di Ferrara e di Comacchio: cosa di grande utilitá, perché dalle saline di Cervia, quando non si lavorava a Comacchio, si diffondeva il sale in molte terre circostanti. Ma piú confidava Alfonso nella congiunzione che aveva col re di Francia e nella sua protezione che non temeva delle forze del pontefice; e lamentandosi d’avere a essere costretto di non ricôrre il frutto il quale nella casa propria con pochissima fatica gli nasceva, anzi avere per uso de’ popoli suoi a comperare da altri quello di che poteva riempiere i paesi forestieri, né dovere passare in esempio quello a che i viniziani non con la giustizia ma con l’armi l’aveano indotto a consentire, recusava di ubbidire a questo comandamento: onde il pontefice mandò a protestargli, sotto gravi pene e censure, non gli era lecito fare quando i viniziani possedevano Cervia gli fusse lecito possedendo la sedia apostolica, di cui era il diretto dominio di Ferrara e di Comacchio: cosa di grande utilitá, perché dalle saline di Cervia, quando non si lavorava a Comacchio, si diffondeva il sale in molte terre circostanti. Ma piú confidava Alfonso nella congiunzione che aveva col re di Francia e nella sua protezione che non temeva delle forze del pontefice; e lamentandosi d’avere a essere costretto di non ricôrre il frutto il quale nella casa propria con pochissima fatica gli nasceva, anzi avere per uso de’ popoli suoi a comperare da altri quello di che poteva riempiere i paesi forestieri, né dovere passare in esempio quello a che i viniziani non con la giustizia ma con l’armi l’aveano indotto a consentire, recusava di ubbidire a questo comandamento: onde il pontefice mandò a protestargli, sotto gravi pene e censure, che desistesse.