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fu fatta confederazione per venticinque anni tra fiorentini e sanesi; e Montepulciano, interponendosi il Simonetta per la venia e confermazione delle esenzioni e privilegi antichi, ritornò in mano de’ fiorentini.


III

L’esercito franco tedesco contro i veneziani; i veneziani abbandonano diverse terre; fazioni di guerra; i veneziani perdono e ricuperano il Friuli. Difficoltá poste innanzi da Massimiliano riguardo al concilio pisano; continuano le trattative di pace fra il pontefice e il re di Francia.

Erano state per qualche mese piú quiete che il solito le cose tra il re de’ romani e i viniziani; perché i tedeschi non abbondanti di gente e bisognosi di danari non riputavano fare poco se conservavano Verona, e l’esercito de viniziani non essendo potente a espugnare quella cittá stava alloggiato tra Suavi e Lunigo, donde una notte abbruciorno, di qua e di lá dallo Adice, grande parte delle ricolte del veronese: benché assaltati nel ritirarsi perdessino trecento fanti. Ma alla fama dello approssimarsi a Verona la Palissa con mille dugento lancie e ottomila fanti si ridusse lo esercito loro verso Vicenza e Lignago, in luogo forte e quasi come in isola per certe acque e per alcune tagliate che avevano fatte: nel quale alloggiamento non stettono fermi molti dí perché essendo la Palissa arrivato con parte delle genti a Verona, e uscito subito, senza aspettarle tutte, insieme co’ tedeschi in campagna, si ritirò quasi come fuggendo a Lunigo; e dipoi col medesimo terrore, abbandonata Vicenza e tutte l’altre terre e il Pulesine di Rovigo, preda ora de viniziani ora del duca di Ferrara, si distribuirno in Padova e Trevigi: alla difesa delle quali cittá vennono da Vinegia, nel modo medesimo che prima avevano fatto a Padova, molti giovani della nobiltá viniziana. Saccheggiò l’esercito franzese e tedesco Lonigo: e si arrendé loro Vicenza, diventata preda miserabile de’ piú potenti in